Spettacolo
Un Al Bano schietto e deciso ha preso la parola oggi a Roma, a margine di un evento per la proposta di candidatura al Premio Nobel per la Pace per i bambini di Gaza, promossa dall'associazione "L'isola che non c'è". L’iniziativa, che ha raccolto il sostegno di oltre 320 personalità di spicco del mondo accademico, ecclesiale, culturale, sanitario e politico, ha offerto al cantante l'occasione per riflettere sull'attualità e sui temi a lui cari, come la musica e la pace.
Interpellato sul dibattito che sta scuotendo il panorama culturale italiano – la possibilità di spostare il Festival di Sanremo dalla sua storica sede ligure – Al Bano non ha trattenuto la sua amarezza: "Se hanno deciso che quello è il giorno del funerale del festival che lo mettano in evidenza. È un errore, chiaramente e storicamente un errore, ma qua c'è da aspettarsi di tutto", riporta Askanews. Parole che riflettono il legame profondo del cantante con la kermesse canora, simbolo della tradizione musicale italiana, che per Al Bano rappresenta un'istituzione che non dovrebbe essere snaturata.
Ma il cuore del discorso si è spostato presto sul tema ben più grave della persistenza dei conflitti nel mondo. Con la consueta intensità, il cantante ha espresso il suo sconcerto di fronte alla continua "voglia di guerra" che sembra attraversare il pianeta, nonostante le lezioni della storia. "Addirittura riescono ancora a dichiarare guerra da qualche parte del mondo, e di quelle feroci - ha aggiunto -. Pensavo che dopo la Seconda guerra mondiale sarebbe bastato, invece no".
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