Tennis
Sinner-Alcaraz: la sfida per il numero 1 dopo Wimbledon è ancora aperta
Dopo la vittoria storica a Wimbledon, Jannik Sinner guida il ranking mondiale con 12.030 punti. Alle sue spalle, Carlos Alcaraz è fermo a quota 8.600. A prima vista, il vantaggio sembra rassicurante: oltre 3.400 punti separano l’azzurro dal suo inseguitore più diretto. Eppure, nel tennis, i numeri vanno letti in prospettiva, perché il ranking non è una fotografia statica, ma un meccanismo che si muove continuamente in base a un principio molto semplice: ogni punto guadagnato ha una data di scadenza.
Nei prossimi mesi, in particolare da qui allo US Open, sarà proprio questo meccanismo a determinare la vera sfida per la vetta. Sinner, infatti, ha da difendere circa 3.200 punti. Sono quelli conquistati dodici mesi fa nei tornei sul cemento nordamericano: dalla vittoria a Cincinnati al titolo agli US Open, passando per i quarti raggiunti a Toronto. Tutti risultati da confermare, altrimenti quei punti spariranno. Alcaraz, al contrario, ha in scadenza appena 60 punti: l’estate 2024 per lui era stata da dimenticare, e per questo ora può solo guadagnare.
La stagione sul cemento si aprirà con il Masters 1000 di Toronto (dal 5 all’11 agosto), proseguirà a Cincinnati e si concluderà con lo US Open, in programma dal 26 agosto. Saranno tre tornei decisivi per capire se Sinner riuscirà a mantenere la prima posizione o se Alcaraz, libero da pressioni, riuscirà a rimontare.
Il dato chiave è proprio questo: mentre l’italiano gioca per difendere il terreno conquistato, lo spagnolo può affrontare ogni partita come un’opportunità per accorciare il distacco. Anche un piazzamento in semifinale o in finale, senza bisogno di vincere tutto, potrebbe riportarlo sorprendentemente vicino alla vetta.
La pressione, paradossalmente, è tutta sulle spalle di chi è davanti. Per Sinner si tratta di un test mentale e fisico: confermare quanto fatto in una stagione straordinaria e farlo con la consapevolezza che ogni scivolone potrebbe costare caro. Alcaraz, invece, può permettersi di giocare a braccio sciolto. E in una corsa che si misura a punti, non è un dettaglio da poco.
Nel tennis, la classifica mondiale non si basa su una stagione fissa, ma su un sistema a rotazione continua: ogni giocatore somma i punti ottenuti nei 12 mesi precedenti, e quei punti “scadono” esattamente dopo un anno. Se un atleta vince uno Slam oggi, quei 2.000 punti resteranno nel suo punteggio solo per 52 settimane. Trascorso quel tempo, verranno cancellati e sostituiti – eventualmente – dai risultati della nuova edizione.
Per ogni tennista, il punteggio è formato dalla somma di quattro tornei del Grande Slam (massimo 2.000 punti ciascuno), otto Masters 1000 (fino a 1.000 punti), più altri tornei minori (ATP 500, 250) e le ATP Finals.
Il sistema è pensato per premiare chi è continuo nel tempo. Ma proprio per questo, chi è in alto ha tutto da perdere. Se l’anno prima ha vinto molto, dovrà ripetersi. Altrimenti, il punteggio crollerà.
È il caso di Sinner, che ha costruito il suo primato con un’estate 2024 impeccabile. Ora dovrà difenderla. Alcaraz, invece, non ha quasi nulla da confermare e può solo crescere. Ecco perché, nonostante il distacco, la corsa al numero uno è più aperta di quanto sembri.
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