Dentro la sfida
Jannik Sinner, numero uno del tennis mondiale a Wimbledon (LaPresse)
Oggi, sabato 5 luglio, Jannik Sinner torna in campo a Wimbledon per il terzo turno. L’azzurro numero uno al mondo affronterà lo spagnolo Pedro Martínez sul Centre Court, con inizio previsto per le 14:30 italiane. Dopo due vittorie nette (contro Nardi e Vukic), il cammino sull’erba di Church Road prosegue senza sbavature, anche grazie a una preparazione mentale che passa da una serie di gesti solo in apparenza insignificanti.
Non è una novità che Sinner sia un atleta metodico, ma pochi conoscono i suoi rituali in campo, che si ripetono con precisione quasi ossessiva e hanno un solo obiettivo: mantenere il controllo. Il più evidente riguarda la preparazione al servizio: sette rimbalzi prima del primo, cinque prima del secondo. Una sequenza che rispetta sempre, indipendentemente dall’avversario o dal punteggio.
Poi c’è il tocco alle corde della racchetta. Sinner lo fa spesso tra uno scambio e l’altro, con movimenti rapidi e metodici. Non si tratta solo di sistemare il piatto corde, ma di un gesto che gli serve per azzerare mentalmente il punto appena giocato e ritrovare concentrazione. Un piccolo reset, utile per chi – come lui – costruisce ogni vittoria sulla lucidità.
Altro dettaglio: scavalca la linea di fondo campo con il piede destro prima di ogni game. Anche qui, un’abitudine che sembra più scaramantica che tecnica, ma che ha una funzione precisa: segnare il momento in cui si entra davvero “in partita”, come se fosse un confine tra il fuori e il dentro.
C’è poi un’attenzione quasi maniacale per il campo: diversi appassionati hanno notato come Sinner eviti spesso di calpestare le righe nei cambi di campo o durante le pause. Non lo ha mai dichiarato apertamente, ma il gesto si ripete da tempo, e anche questo contribuisce a raccontare il rigore mentale con cui affronta ogni match.
In una recente intervista rilasciata a Vogue, lo stesso Sinner ha spiegato: “Ogni avversario è difficile, quindi cerchiamo di restare concentrati e alzare il livello.” Non ha mai parlato esplicitamente di “scaramanzie”, ma il linguaggio del corpo è chiaro: questi tic ripetuti sono strumenti per proteggere la concentrazione e creare un ambiente mentale ordinato, punto dopo punto.
Non sono superstizioni, ma strategie invisibili. E oggi, mentre scavalca la riga e rimbalza la palla per sette volte, migliaia di spettatori sapranno che dietro quei gesti c’è molto di più di una semplice routine.
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