Tennis
Sinner ha sconfitto Vukic nel secondo turno di Wimbledon (LaPresse)
Dopo la vittoria travolgente a Wimbledon contro l’australiano Aleksandar Vukic — liquidato in tre set con il punteggio di 6-1, 6-1, 6-3 in appena un’ora e 40 minuti — Jannik Sinner non ha esultato in modo plateale. Ha fatto il solito gesto verso il box, sorriso timido, e poi via. Ma chi lo conosce bene sa che la sua vera preparazione mentale non comincia nello spogliatoio. Inizia a casa, con il suo gatto.
Da mesi, in interviste e podcast, il numero uno del mondo lascia trapelare un dettaglio curioso: prima dei match più importanti, passa sempre un po’ di tempo con il suo micio. Non lo fa per scaramanzia, dice, ma per ritrovare la calma. “Mi aiuta a staccare, mi fa pensare ad altro. Gioco con lui, lo prendo in braccio. È il mio rituale più semplice”, aveva raccontato a Sky Sport all’inizio della stagione.
Non è solo una coccola pre-partita. Sinner ha spiegato che nei momenti di maggior pressione — come alla vigilia della finale dell’Australian Open o della semifinale al Roland Garros — preferisce evitare discorsi tecnici, briefing o video. “Sto in silenzio. Gioco col gatto, cucino qualcosa. Ho bisogno di normalità prima di salire sull’ottovolante”, aveva detto.
E oggi, dopo l’ennesima prova di forza sull’erba di Wimbledon, quella strategia sembra pagare. Nessuna tensione apparente, colpi puliti, lucidità anche quando Vukic ha annullato cinque match point. Il Sinner glaciale che vediamo in campo è anche frutto di un equilibrio costruito tra casa e campo, tra il mondo dei riflettori e una cucina di Monte Carlo dove un gatto curioso aspetta la sua dose di attenzioni.
Il nome del felino è tenuto riservato, ma il pubblico l’ha già visto in qualche video social. E non sono pochi i fan che, scherzando, lo considerano il mental coach segreto del campione.
Sinner ora affronterà Pedro Martínez al terzo turno. E chissà se, prima di entrare di nuovo in campo, ripeterà il solito rito. Una carezza, un gioco, un momento di normalità. Poi via, sul centrale di Wimbledon, con la testa libera e i colpi che fanno paura a tutti.
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