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Sarà esposta nella sala dell'Arengo la pala del Seicento che immortala l'incontro fra Sant'Ubaldo e Federico Barbarossa

L'esposizione arriva dopo un attento restauro dell'opera

Patrizia Antolini

26 Giugno 2025, 05:30

Sarà esposta nella sala dell'Arengo la pala del Seicento che immortala l'incontro fra Sant'Ubaldo e Federico Barbarossa

Ritorna a mostrarsi al pubblico in tutto il suo splendore la pala d'altare raffigurante "L'incontro tra Sant'Ubaldo e l'Imperatore Federico Barbarossa", un capolavoro del pittore romano Ciro Ferri, recentemente sottoposto a un significativo intervento di restauro. L'opera, risalente al 1683, sarà esposta dal prossimo sabato (28 giugno) fino al 4 settembre nella prestigiosa Sala dell’Arengo del Museo Civico di Palazzo dei Consoli, con un evento inaugurale programmato per domani alle ore 18. L'iniziativa è stata promossa dal Comune di Gubbio in collaborazione con il Museo Civico di Palazzo dei Consoli, la Diocesi e con il prezioso supporto del Lions Club Gubbio, oltre a numerosi cittadini privati. Il restauro, eseguito dalla società Ikuvium sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, restituisce alla comunità locale uno dei più significativi documenti pittorici legati alla memoria storica e religiosa della città.

L'assessore alla Cultura, Paola Salciarini, ha sottolineato come "il Comune di Gubbio ha voluto con forza che l'opera, una volta restaurata, fosse esposta temporaneamente in un luogo centrale e dal forte valore simbolico, prima del suo ritorno definitivo nella Chiesa della Madonna del Prato, guidata da don Fabricio Cellucci, previsto per settembre. Questa decisione permetterà ai cittadini, studiosi e visitatori di ammirare da vicino il dipinto e approfondire la comprensione del significativo episodio rappresentato". Il dipinto narra infatti un momento cruciale della storia eugubina: l'incontro, avvenuto nel 1155, tra Sant’Ubaldo, vescovo e patrono di Gubbio, e l'imperatore Federico Barbarossa, che si era avvicinato minaccioso alle porte della città dopo aver distrutto Spoleto.

Secondo la testimonianza del priore Giordano di Città di Castello, amico intimo di Sant’Ubaldo, fu proprio l'intervento del vescovo, già anziano e malato, a dissuadere l'imperatore dai suoi intenti aggressivi. Un atto di coraggio e santità che salvò Gubbio dalla distruzione e che permane nella memoria collettiva come simbolo di fede, diplomazia e amore per il proprio popolo. La pala d'altare, con una squisita composizione iconografica, ritrae in primo piano il dialogo tra Sant’Ubaldo e Barbarossa, sullo sfondo della città di Gubbio, con la Madonna col Bambino, San Giuseppe e San Giovanni Battista a evocare una dimensione di protezione divina sull'intera scena.

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