DELITTO GARLASCO
La direttrice di Giallo Albina Perri
Albina Perri, direttrice del settimanale Giallo, torna a scrivere sul Delitto di Garlasco un nuovo articolo esclusivo. Anche questa volta il titolo è diretto: "L'esperto: 'L'impronta sulla gamba di Chiara è compatibile con una...stampella!" Ma chi è l'esperto di cui parla e di chi sarebbe questa stampella? Facciamo chiarezza. Albina Perri decide di intervistare Pasquale Mario Bacco, esperto di medicina legale, che esamina l'impronta sulla gamba di Chiara Poggi: "Questa ferita sembra un segno di disprezzo, inferto mentre la vittima era già distesa. Chiara è stata calpestata".
Arrivando ora alla seconda domanda, quello che sappiamo è che all'epoca dei fatti la cugina Paola Cappa si muoveva con le stampelle e con un tutore mobile alla gamba sinistra, perché era caduta dalla bicicletta il 13 luglio e si era operata. Pasquale Mario Bacco decide così di soffermarsi su questo livido sul corpo di Chiara, "mai indagato a fondo", scrive Albina Perri. Sulla gamba della vittima sono infatti presenti tre pallini, che sarebbero riconducibili a quelli antiscivolo di una classica stampella. Inoltre si fa poi riferimento alle strane tracce di sangue trovate nel salotto dei Poggi, forse, si domanda la direttrice, quelle che i Ris definiscono a lambda? Ecco la sua risposta nell'articolo: "Anche quelle potrebbero essere compatibili con i piedini delle stampelle: sono semicerchi che si intersecano tra loro, del diametro di circa tre centimetri". Quindi dall'analisi dell'esperto emerge, come riportato sull'articolo, che: "Sul corpo della vittima e impressi nel suo sangue ci sono elementi che fanno pensare alla presenza di una delle due cugine Cappa sulla scena del crimine".
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Albina Perri poi risale anche al racconto che Paola Cappa aveva rilasciato al giornalista Giuseppe Fumagalli di Oggi, all'epoca del delitto. La cugina della vittima aveva racontato una sorta di memoriale, che recita così: "È un'immagine bella e pura che difendo come un mio tesoro personale e che mi accompagnerà sempre. E lo splendido ricordo di una notte irripetibile, in cui ne abbiamo combinate di tutti i colori. La zia prendeva delle gocce che la facevano dormire fino al mattino e noi siamo uscite promettendo che saremmo rientrate presto. Ma Chiara ci trascinò in giro tutta la notte. Avevamo ballato come pazze e siamo rientrate alle 6 di mattina facendo attenzione a non svegliare la zia. Ecco, io credo che quella notte tra noi sia nato qualcosa di speciale. La fuga, il senso di assoluta libertà, la musica, il ballo e lo splendore di quella notte d'estate ci avevano rese complici. Di colpo avevamo capito che Chiara non era solo una brava ragazza, tutta presa dai suoi impegni di studio. Era una di noi. Fu come stringere un patto. Chiara era più grande, noi non avevamo ancora 18 anni. Ma era diventata la terza gemella. Tra noi c'era uno spirito di sorellanza".
Questa racconto scrive la direttrice, è totalmente "falso". Perché? Semplice, la foto a cui fa riferimento Paola è un fotomontaggio, "in cui le tre sembravano particolarmente amiche". Albina Perri si domanda: "Perché Paola lo fece? Perché cercò di dipingere Chiara come una ragazza capace di trascinare le due cugine in una notte di follia, trasgredendo alle regole, in un patto? Perché parlò di una sorellanza che non esisteva? Stravaganze di una ragazza o c'è qualcosa di più?".
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