Sinner fuori campo: notti insonni, Carota Boys e Fortnite: il volto inedito per Wimbledon
Dopo la sconfitta al Roland Garros e aspettando Londra, il numero uno al mondo nella sua dimensione più umana: silenzi, tifoseria pop e passioni digitali. Un ritratto controcorrente
Jannik Sinner, dopo la sconfitta a Parigi prepara Wimbledon (LaPresse)
«Stanotte non dormirò bene». Jannik Sinner lo ha detto così, senza retorica, al termine della finale del Roland Garros persa in cinque set contro Carlos Alcaraz. Cinque ore e mezza di lotta, il primo Slam da numero 1, e la consapevolezza di non aver deluso, ma di aver comunque perso. È in quel momento che Sinner si è mostrato per quello che è: non solo un campione, ma una figura sempre più rara nello sport contemporaneo, capace di parlare anche nel silenzio e nella sconfitta.
Dopo Parigi, Sinner si è ritirato nella sua Val Pusteria, tra le montagne dell’Alto Adige e prepara Wimbledon. Un ritorno che non è solo geografico ma simbolico: lì è cresciuto, lì ha imparato la disciplina dello sci, lì ha scelto a 13 anni di lasciare tutto per il tennis. Il quotidiano tedesco Die Welt ha raccontato di un Sinner che, in quei luoghi, “torna a respirare con calma”, lontano dal rumore dei riflettori. È il suo modo di resettare, prima della stagione sull’erba.
I tifosi vestiti da carota
Mentre lui cerca la quiete, i suoi tifosi lo seguono con entusiasmo travolgente. Sono i “Carota Boys”, gruppo di amici che si presenta ai suoi match vestito da carota, in omaggio al suo colore preferito e all’alimentazione che lo accompagna fin dagli esordi. Da gag virale sono diventati un fenomeno: il Guardian li ha definiti “la tifoseria più iconica del tennis recente”. Anche Lavazza li ha coinvolti in una campagna pubblicitaria. Sinner, dal canto suo, li ha ringraziati più volte con affetto: «Mi strappano sempre un sorriso», ha detto.
Fortnite, lenti a contatto e normalità
Fuori dal campo, Jannik resta un ragazzo di 22 anni. Ama il golf, il padel, e gioca regolarmente a Fortnite, come ha raccontato a Sky Sport. Lo usa per staccare la mente dopo gli allenamenti. Indossa lenti a contatto, dettaglio che lui stesso ha rivelato ridendo: «Senza, non vedrei neanche la palla». Nessun eccesso, nessuna costruzione artificiale. Il suo fascino sta proprio in questa normalità.
Ad aprile 2025 ha lanciato la Jannik Sinner Foundation, con l’obiettivo di sostenere i giovani attraverso progetti educativi e sportivi. L’annuncio è arrivato via social, con un post sobrio ma molto condiviso. «Il talento ha bisogno di possibilità», ha scritto. Il primo progetto concreto è un campus in Lombardia per ragazzi tra i 14 e i 18 anni, dedicato allo sport ma anche alla formazione personale.
Il campione che vince anche perdendo
Sinner non alza la voce, non cerca alibi, non ostenta nulla. Ma proprio per questo – anche dopo una sconfitta – continua a guadagnarsi rispetto. In un tennis che spesso premia i personaggi sopra le righe, lui rimane se stesso. E forse è proprio questo il segreto della sua forza.
Cinque cose che (forse) non sai su Jannik Sinner
1. Praticava a sci a livello nazionale Fino ai 13 anni era tra i migliori slalomisti under 12 d’Italia. Solo dopo ha scelto il tennis, lasciando casa per trasferirsi a Bordighera.
2. Indossa lenti a contatto Sembra banale, ma senza non vedrebbe nemmeno la palla. Lo ha raccontato lui stesso in un’intervista a Tennis Channel.
3. Gioca a Fortnite dopo gli allenamenti Lo usa per rilassarsi e restare connesso agli amici. Non si considera un gamer incallito, ma ama le partite di squadra.
4. Ha detto no agli eccessi del jet set Niente vita mondana, niente gossip. Sinner viaggia con pochi fidati, spesso torna a casa in Alto Adige per “respirare”.
5. Ha creato una fondazione a 23 anni La Jannik Sinner Foundation è nata nel 2025 per aiutare i giovani a esprimere il proprio potenziale, nello sport e nella formazione.
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