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Caos al Processo Diddy, il processo svela un sistema segreto da anni: scopri quello che è successo

Annalisa Ercolani

10 Giugno 2025, 06:10

Caos al Processo Diddy,  il processo svela un sistema segreto da anni: scopri quello che è successo

Sean Diddy Combs e Cassie Ventura

A New York si consuma uno dei processi più delicati e controversi degli ultimi anni: quello a carico di Sean Diddy Combs, icona dell’hip hop e imprenditore miliardario, accusato di traffico di esseri umani e associazione a delinquere ai sensi della legge RICO, originariamente pensata per colpire la criminalità organizzata.

Durante l’udienza del 5 giugno, il giudice federale Arun Subramanian ha interrotto il procedimento per ammonire duramente l’imputato, reo di aver mantenuto un comportamento considerato intimidatorio nei confronti della giuria. Diddy, detenuto ma presente in aula in abiti civili, avrebbe infatti annuito ripetutamente verso i giurati mentre veniva interrogata una ex collaboratrice del suo entourage. La testimone, Bryana Bongolan, ha riferito un episodio del 2016 in cui Combs l’avrebbe afferrata e sollevata oltre il parapetto di un balcone al 17° piano durante una lite. La difesa ha provato a smentire i fatti, sostenendo che in quel periodo l’artista fosse in tournée sulla East Coast. Ma l’accusa insiste: l’episodio è parte di una più ampia strategia di controllo e intimidazione sistematica.

Elemento centrale del processo è un filmato di sorveglianza risalente al marzo 2016: mostrerebbe Diddy aggredire la sua compagna di allora, Cassie Ventura, all’interno di un hotel di Los Angeles. Il video sarebbe stato nascosto grazie a un pagamento in contanti di 100.000 dollari, consegnati personalmente da un collaboratore del rapper a un addetto alla sicurezza. Quest’ultimo, oggi testimone protetto, ha raccontato di aver ricevuto parte del denaro in cambio della sua collaborazione nel far sparire il filmato.

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Le testimonianze raccolte descrivono cene esclusive e ritrovi privati organizzati con un livello di pianificazione e riservatezza maniacale: ambienti chiusi, partecipanti selezionati, regole ferree. Secondo l’accusa, questi eventi sarebbero stati utilizzati anche come strumento di controllo nei confronti delle persone coinvolte, tramite l’utilizzo di registrazioni video realizzate all’insaputa dei partecipanti. Cassie Ventura ha raccontato di essere stata filmata contro la sua volontà e di aver subito pressioni emotive per partecipare.

Una scena da film: l’aula interrotta dalle urla

Il clima in tribunale è diventato incandescente anche a causa dell’intervento improvviso di una sostenitrice dell’imputato. Durante l’udienza del 3 giugno, una donna ha urlato: "Non è un gioco, verranno a prenderti!" prima di essere allontanata dalle forze dell’ordine. Un episodio che ha contribuito a rendere ancora più tesa l’atmosfera attorno al processo, tra sostenitori e oppositori che si confrontano anche fuori dalle aule.

La legge RICO e il rischio ergastolo

L’impianto accusatorio si basa sulla legge RICO (Racketeer Influenced and Corrupt Organizations Act), pensata per colpire le organizzazioni criminali strutturate. Secondo i procuratori, l’intero apparato creato da Combs, compresa la sua etichetta discografica Bad Boy Entertainment, avrebbe agito per anni come una rete finalizzata a favorire e proteggere comportamenti illeciti. Tra gli episodi portati come prova: viaggi interstatali per reclutare collaboratori, pagamenti sospetti e atti intimidatori contro chi tentava di opporsi. Se condannato, Diddy potrebbe affrontare l’ergastolo: un epilogo clamoroso per una figura che ha dominato l’industria musicale americana per oltre due decenni.

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