televisione
Alessia Pifferi
Mercoledì 4 giugno alle 23.35 su Rai 2, andrà in onda la quindicesima puntata di Linea di Confine, il programma di inchiesta condotto da Antonino Monteleone. Al centro della trasmissione, una delle vicende più scioccanti degli ultimi anni: la morte della piccola Diana Pifferi, abbandonata a un anno e mezzo dalla madre per sei giorni consecutivi nell'estate del 2022.
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Il programma ripercorrerà l’intera drammatica vicenda e proporrà audio inediti di Alessia Pifferi risalenti all'autunno del 2021, che mostrerebbero una volontà ossessiva di controllare il compagno dell’epoca — l’uomo con cui la donna ha trascorso quei fatali giorni di luglio, mentre la figlia moriva di sete e di stenti nel suo lettino.
Nel corso della puntata, Monteleone avrà in studio:
Alessia Pontenani, avvocato difensore di Alessia Pifferi;
Flaminia Bolzan, criminologa;
Barbara Rosina, presidente del Consiglio dell'Ordine nazionale degli Assistenti Sociali;
Diana Pifferi aveva 18 mesi quando, nel luglio 2022, venne lasciata sola nella sua casa di Milano per sei lunghissimi giorni, mentre la madre Alessia si era allontanata per trascorrere un weekend con il compagno. Quando la donna fece ritorno il 20 luglio, trovò la figlia priva di sensi e, secondo quanto ricostruito, avrebbe cercato aiuto, ma per la bambina non c’era più nulla da fare. I sanitari del 118 stabilirono che era morta da giorni, per disidratazione e denutrizione.
All'inizio Alessia Pifferi dichiarò di aver lasciato la figlia con una baby-sitter, ma l’indagine smascherò subito la menzogna: nessuna baby-sitter era mai esistita. Diana era stata abbandonata con due biberon di latte, uno di acqua e uno di tè. Non era nemmeno la prima volta: episodi simili si erano già verificati, come rivelarono le testimonianze e le intercettazioni.
Il 13 maggio 2024, dopo un processo seguito con enorme attenzione pubblica, Alessia Pifferi è stata condannata all’ergastolo per omicidio volontario. I giudici hanno rigettato ogni attenuante, ritenendo che la donna fosse lucida e consapevole di ciò che stava facendo. Nessuna infermità mentale, secondo la perizia disposta in primo grado.
Tuttavia, la difesa ha presentato ricorso in appello, ottenendo una nuova perizia psichiatrica, elemento che potrebbe riaprire completamente il quadro processuale. Il tema della capacità di intendere e di volere della donna resta dunque centrale.
Ma il caso ha assunto ulteriori contorni inquietanti. L’8 maggio 2025, la procura di Milano ha iscritto nel registro degli indagati l’avvocato Alessia Pontenani, due consulenti della difesa e due psicologhe del carcere di San Vittore. Le accuse sono gravi: favoreggiamento personale, falsa testimonianza, falso in atto pubblico e false dichiarazioni all'autorità giudiziaria.
Secondo gli inquirenti, alcuni di questi soggetti avrebbero tentato di costruire un quadro psicopatologico di Alessia Pifferi non pienamente corrispondente alla realtà, con l’obiettivo di sottrarla alla condanna definitiva all’ergastolo. Un’indagine ancora in corso, che potrebbe avere ripercussioni non solo sul processo d’appello, ma anche su prassi e responsabilità nell’ambito della consulenza psichiatrica forense.
Il caso Pifferi resta un simbolo tragico di molteplici fallimenti: personali, sociali, istituzionali. La morte della piccola Diana, dimenticata e lasciata sola nel silenzio di un appartamento per quasi una settimana, è una ferita ancora aperta. E la ricerca di giustizia, vera giustizia, è tutt’altro che finita.
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