Il santo del giorno
Oggi, 3 giugno, la Chiesa Cattolica celebra la memoria di San Carlo Lwanga e compagni, martiri dell'Uganda
Se oggi, 3 giugno, vi capita di sfogliare il calendario dei santi, vi imbatterete in un nome poco noto dalle nostre parti: Carlo Lwanga, giovane ugandese, martire. Ma dietro quel nome c’è una storia feroce, potente e attualissima, che vale la pena raccontare.
Siamo nel cuore dell’Africa, alla corte del re Mwanga II di Buganda, attuale Uganda. È la fine dell’Ottocento e il cristianesimo è appena arrivato in quelle terre, portato da missionari cattolici e protestanti. In un contesto dove il potere è assoluto, la nuova fede – con le sue regole, i suoi riti e il suo Dio che chiede libertà di coscienza – inizia a far paura.
Carlo Lwanga era capo dei paggi del re, e insieme a lui c’erano decine di ragazzi adolescenti, molti già catechisti, battezzati o in attesa del battesimo. Ragazzi che avevano deciso di seguire Cristo, e che avevano detto "no" agli abusi del re, anche sessuali.
Quel rifiuto, silenzioso ma netto, fu la loro condanna a morte. Tra il 1885 e il 1887, Mwanga ordinò l’esecuzione di decine di giovani cristiani: furono bruciati vivi, decapitati, torturati, in un’escalation di odio religioso e vendetta personale. Carlo Lwanga fu arso vivo il 3 giugno 1886 a Namugongo. Aveva circa 25 anni.
In tutto, furono 22 i martiri cattolici uccisi in quei giorni, e nel 1964 furono canonizzati da Papa Paolo VI, durante il Concilio Vaticano II. Una canonizzazione storica: era la prima volta che la Chiesa cattolica elevava agli altari un gruppo di africani sub-sahariani nati e cresciuti in Africa.
Come riportato da Vatican News, Carlo Lwanga è oggi patrono dei catechisti e dei giovani africani. Il suo culto è molto sentito in Uganda, dove ogni anno, il 3 giugno, decine di migliaia di pellegrini si radunano nel santuario di Namugongo, nel luogo esatto del martirio. Una “Giornata dei Martiri” che è al tempo stesso una festa religiosa e un monito civile.
Una storia lontana geograficamente, ma vicina per intensità e significato, in un mondo dove ancora oggi, in molti luoghi, professare liberamente la propria fede può costare la vita.
E domani, nel silenzio di tante parrocchie d’Italia, anche l’Umbria ricorderà – magari senza accorgersene – un gruppo di ragazzi africani che non hanno voluto piegarsi al potere, scegliendo la fede fino in fondo.
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