Domenica 09 Novembre 2025

QUOTIDIANO DI INFORMAZIONE INDIPENDENTE

DIRETTORE
SERGIO CASAGRANDE

×
NEWSLETTER Iscriviti ora

LIVE

logo radio

Royal Family

Chi sono davvero i monarchi più ricchi del mondo? La classifica che spiazza (spoiler: non Carlo III)

Dal Golfo Persico a Londra: la vera mappa della ricchezza monarchica globale. Dove sono i Windsor e perché

Ambra Costanzi

25 Maggio 2025, 09:32

Chi sono davvero i monarchi più ricchi del mondo? Spoiler: non Carlo III

La Royal Family in una foto del 5 maggio scorso a Londra (LaPresse)

La famiglia reale britannica è da sempre circondata da un’aura di fasto, cerimonie impeccabili e palazzi sontuosi. Ma se pensate che i Windsor siano la famiglia reale più ricca del pianeta, preparatevi a ricredervi. La realtà patrimoniale dietro le quinte è ben diversa da quanto suggeriscano le parate a Buckingham Palace o i banchetti a Windsor.

Una classifica che spiazza

Secondo una recente classifica riportata dal Times of India il 23 maggio 2025, i Windsor non dominano affatto la lista delle famiglie reali più ricche del mondo. Anzi, si posizionano al quinto posto, ben distanziati da alcune dinastie mediorientali che gestiscono interi imperi energetici. Al primo posto, neanche a dirlo, la Casa di Saud (Arabia Saudita), con una ricchezza stimata attorno ai 1.400 miliardi di dollari. Seguono la Casa Al Sabah del Kuwait, la Casa Al Thani del Qatar e la Casa Al Nahyan degli Emirati Arabi Uniti.

E i Windsor? Il patrimonio stimato oscilla tra i 12 e i 15 miliardi di dollari – una cifra consistente, ma che impallidisce davanti ai colossi del Golfo. E una buona parte di questo valore non è neppure liquidabile: è rappresentata da beni immobili e proprietà detenute dalla Corona, non da Carlo III in quanto individuo.

Cosa possiedono davvero i reali britannici?

Come riferisce la BBC in un approfondimento pubblicato nel 2023, Buckingham Palace, il Castello di Windsor, i gioielli della Corona e parte dell’immenso portafoglio immobiliare sono di proprietà della Corona, non della famiglia in senso stretto. Si tratta di beni "tenuti in trust" per la nazione e non possono essere venduti o monetizzati.

Quello che invece è più propriamente dei Windsor, come spiega il Financial Times, è il Duchy of Lancaster – un fondo che genera circa 25 milioni di sterline l’anno di reddito privato per il sovrano – e il Duchy of Cornwall, di cui ora è titolare il principe William, un asset che produce entrate simili.

Ma il punto è chiaro: i Windsor non sono multimiliardari come lo sono i sovrani del Golfo. La loro ricchezza è in gran parte vincolata, sotto scrutinio pubblico e soggetta a pressioni crescenti per maggiore trasparenza.

La percezione (errata) della ricchezza reale

La discrepanza tra percezione pubblica e realtà patrimoniale è enorme. Come ha osservato lo storico David Cannadine in The Guardian, la monarchia britannica ha coltivato con successo l’immagine di un’istituzione sontuosa e influente. Ma questa grandeur è soprattutto coreografica, non necessariamente finanziaria.

Il confronto con monarchie meno visibili, ma economicamente dominanti, è impietoso. La Casa di Saud, per esempio, controlla direttamente Aramco, la più grande compagnia petrolifera del mondo. I reali britannici, invece, ricevono una "Sovereign Grant", ovvero un finanziamento pubblico, pari al 25% dei profitti del Crown Estate, una proprietà immobiliare che appartiene allo Stato e non alla famiglia reale.

La questione etica e politica

E qui si apre un fronte critico: è giusto finanziare la monarchia con fondi pubblici, sebbene non sia davvero "ricca"? Una domanda che nel Regno Unito, soprattutto in tempi di inflazione e tagli alla spesa pubblica, non è più tabù. Secondo un sondaggio YouGov del 2024, il 38% dei britannici ritiene che la monarchia non sia un buon uso delle risorse statali, mentre solo il 48% continua a sostenerne il finanziamento.

Il lusso senza liquido

Il paradosso dei Windsor è dunque evidente: sono tra i monarchi più osservati al mondo, ma non tra i più ricchi. Vivono tra opere d’arte, diamanti e castelli, ma con fondi limitati nella disponibilità personale. In un’epoca in cui la trasparenza e la redistribuzione sono temi sempre più sentiti, la monarchia britannica potrebbe ritrovarsi costretta a ridisegnare il proprio racconto economico, magari anche a tagliare qualche costo cerimoniale.

Dopotutto, come ha scritto The Economist, “la monarchia inglese è uno spettacolo ben finanziato, ma sempre più sotto revisione”. E chi paga il biglietto – ossia i cittadini – comincia a chiedere conto.

Newsletter Iscriviti ora
Riceverai gratuitamente via email le nostre ultime notizie per rimanere sempre aggiornato

*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy

Aggiorna le preferenze sui cookie