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Santa Maria Ausiliatrice, la madonna dei salesiani, si celebra il 24 maggio
Non è solo la “Madonna dei salesiani” o la figura dolce impressa nelle statue scolastiche. Santa Maria Ausiliatrice, celebrata oggi, 24 maggio, è molto più di un'immagine devozionale: è una figura potente, quasi politica, nella storia della Chiesa. Invocata come Auxilium Christianorum – Aiuto dei Cristiani – la sua festa fu istituita in un momento storico turbolento, con un significato che resta sorprendentemente attuale.
Nel 1815, Papa Pio VII rientrava a Roma dopo anni di prigionia sotto Napoleone. Il suo ritorno, visto come miracoloso, fu attribuito all’intercessione di Maria. Per questo istituì la festa il 24 maggio, come ringraziamento per quella “liberazione”. Non è un dettaglio banale: in un’epoca in cui i papi erano ancora prigionieri in casa propria, la devozione mariana diventava un atto di resistenza.
Ma fu Don Bosco, un secolo dopo, a trasformare quella festa in un cuore pulsante di spiritualità popolare. “Maria ha fatto tutto” diceva, e alla Madonna Ausiliatrice dedicò non solo la basilica torinese, ma l’intero spirito del suo progetto educativo. Non una Madonna lontana, ma madre concreta, presente nelle strade, tra i ragazzi difficili, tra i poveri e gli emarginati.
Perché Maria Ausiliatrice non è la Madonna “piaciona” delle cartoline, ma un simbolo forte di protezione nei momenti più bui, personali e collettivi. In tempi in cui anche la fede rischia di diventare prodotto da consumo o folklore, ricordare questa devozione vuol dire anche riscoprire la spiritualità come forza di resistenza e presenza attiva nella storia.
Non è un caso che, da Caracas a Napoli, passando per Valdocco, le processioni del 24 maggio siano spesso le più sentite. L’Ausiliatrice è invocata quando le cose si mettono male, quando la politica vacilla, quando la famiglia crolla. È la Madonna del “ci pensi tu”.
In un mondo che cerca protezioni fragili e sicurezze usa-e-getta, forse è proprio questa la sua attualità: una madre che non assolve, ma accompagna. Una fede che non consola, ma sostiene.
La devozione a Maria Ausiliatrice, pur essendo legata fortemente alla famiglia salesiana, ha varcato da tempo i confini delle parrocchie e degli oratori. Dal Piemonte all’America Latina, passando per le periferie urbane d’Italia, il 24 maggio è spesso una data sentita anche da chi con la Chiesa ha un rapporto intermittente o distaccato.
A Valdocco, cuore della spiritualità salesiana a Torino, la processione del 24 maggio attraversa le strade con migliaia di fedeli, bande musicali, drappi ai balconi e candele accese: un rito che mescola fede, memoria e identità locale. È qui che “Maria che fa i miracoli” incontra anche chi non entra mai in chiesa, ma accende una candela lo stesso.
A Napoli, nei quartieri popolari come il Vomero o i Quartieri Spagnoli, l’Ausiliatrice è invocata tra le edicole votive e le preghiere scritte a mano infilate tra le grate. In Venezuela e Argentina, la sua immagine campeggia nei cortei di protesta e nelle manifestazioni pubbliche come simbolo di protezione del popolo.
In questi contesti, Maria Ausiliatrice è molto più che una figura religiosa: è un’identità collettiva, una protezione laica, quasi “politica”, che parla anche a chi ha smesso di recitare il rosario ma crede ancora nel potere di una madre che difende.
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