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San Giovanni Battista de’ Rossi è il santo di oggi: la santità nell’epilessia, tra le strade di una Roma dimenticata

Il 23 maggio si ricorda il sacerdote nato a Voltaggio: una vita fragile e ostinata, dedicata ai poveri, ai malati e a chi nessuno voleva ascoltare

Ambra Costanzi

23 Maggio 2025, 00:55

San Giovanni Battista de’ Rossi è il santo di oggi: la santità nell’epilessia, tra le strade di una Roma dimenticata

Una immagine storica di San Giovanni Battista de’ Rossi e, a destra, la chiesa dedicata al santo nel quartiere Appio Latino di Roma

Il santo di oggi, venerdì 23 maggio. Nel cuore della Roma settecentesca, tra corsie d’ospedale e confessionali affollati, si muoveva un giovane prete afflitto da crisi epilettiche, ma con uno sguardo saldo e pieno di luce. È San Giovanni Battista de’ Rossi, che la Chiesa ricorda ogni 23 maggio: un santo minore solo nel nome, perché la sua opera parla ancora oggi con forza sorprendente.

Nato nel 1698 a Voltaggio, territorio che al tempo apparteneva alla Repubblica di Genova ma che oggi si trova in provincia di Alessandria, de’ Rossi si trasferì giovanissimo a Roma, dove compì gli studi presso il Collegio Romano dei gesuiti. Soffriva fin da adolescente di epilessia - una condizione che, per l’epoca, poteva essere un ostacolo insormontabile per accedere al sacerdozio. Ma ottenne una dispensa papale, e fu ordinato nel 1721.

A differenza di molti ecclesiastici del suo tempo, non cercò carriere curiali o titoli altisonanti. Scelse invece la via più scomoda: quella dell’assistenza concreta agli ultimi. Trascorreva le giornate negli ospedali, come quello della Santissima Trinità dei Pellegrini, e la notte spesso dormiva in locali spartani, dedicando ogni risorsa - anche economica - alla carità. Aveva fondato un ospizio per donne senzatetto e non mancava mai di visitare i malati abbandonati.

Molti lo cercavano per confessarsi: poveri, prostitute, mendicanti e anche aristocratici colpiti dalla sua mitezza e lucidità spirituale. Il suo carisma silenzioso lo rese noto in tutta Roma.

Eppure, nel 1747, Giovanni Battista de’ Rossi fece una scelta radicale: lasciò la canonica di Santa Maria in Cosmedin, dove era stato nominato, per trasferirsi al convitto sacerdotale dei Pellegrini e vivere in povertà assoluta.

La sua morte, avvenuta il 23 maggio 1764, fu salutata come quella di un santo già in vita. Il processo di canonizzazione si concluse nel 1881, sotto Leone XIII. Oggi, le sue spoglie sono custodite nella chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini, nel centro di Roma, meta di chi ancora cerca una fede che non fa rumore, ma cambia vite.

In un tempo in cui le fragilità sono spesso viste come ostacoli da nascondere o superare, la figura di de’ Rossi racconta invece una verità opposta: proprio nella debolezza può germogliare la compassione più radicale, quella che non si limita a parlare, ma ad agire. Una lezione di modernità spirituale che non ha perso nulla della sua forza.

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