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Re Carlo dice addio alla cavalla della Regina: il segnale che nessuno ha notato

Una puledra reale, una corsa mancata e un’eredità più fragile di quanto sembri: perché Purple Rainbow non correrà l’Oaks

Ambra Costanzi

21 Maggio 2025, 11:44

Re Carlo dice addio alla cavalla della Regina: il segnale che nessuno ha notato

Regina Elisabetta e Re Carlo, una grande passione per i cavalli: ora il caso Purple Rainbow

Purple Rainbow non è una cavalla qualunque. Dietro il suo nome – delicato, quasi poetico – si cela uno degli ultimi simboli viventi dell’amore profondo della Regina Elisabetta II per l’ippica. La puledra era stata allevata direttamente dalla monarca, parte di un programma di selezione genetica iniziato decenni fa. La Regina non era semplicemente una proprietaria: era una vera esperta di genealogie equine, che leggeva pedigree con la stessa attenzione con cui trattava gli affari di Stato.

Eppure, a due anni dalla sua morte, la sua eredità è già inciampata. Purple Rainbow è stata ufficialmente ritirata dall’Epsom Oaks, una delle gare più prestigiose del calendario britannico, in programma per il 6 giugno. La notizia, riportata da testate come The Sun e Thoroughbred Daily News, ha avuto poco spazio nei media generalisti. Ma il significato è tutt’altro che minore.

“Non ha mostrato abbastanza” ha dichiarato il suo trainer, William Haggas, dopo l’ultima corsa ad Ascot in cui la cavalla si è piazzata quarta su sei. Troppo poco per una che era nata per dominare.

Purple Rainbow era figlia di Daphne, una fattrice vincitrice a livello Listed, e sorella di Perfect Alibi, anch’essa vincente a livello alto. Una linea di sangue costruita con pazienza e visione, secondo i più alti standard dello sport ippico. Eppure oggi, secondo analisti come James Burn del Racing Post, la cavalla sembrerebbe più adatta a corse minori, forse in handicap, lontana dalla scena élite per cui era stata allevata. 

Il suo ritiro non è solo il risultato di una valutazione sportiva. È anche il riflesso di una nuova filosofia nella gestione reale delle scuderie. Re Carlo ha mantenuto viva la “Royal Racing”, ma con un approccio diverso: più formale, più delegato, meno immersivo. La Regina, ricordano gli insider, conosceva ogni singolo cavallo per nome e carattere. Oggi, con l’arrivo di nuove collaborazioni (come quella con Willie Mullins per il cavallo Reaching High), si ha l’impressione che la passione sia stata sostituita dalla strategia.

Un addio silenzioso alla cavalla, e forse anche a un certo modo di essere monarchi

Il gesto di ritirare Purple Rainbow potrebbe sembrare marginale. Ma in realtà rappresenta una cesura più profonda. È come se la monarchia britannica, oggi in fase di ristrutturazione d’immagine, stesse scegliendo dove conservare e dove tagliare. Le corse, pur sempre prestigiose, sembrano finire nella seconda categoria.

Come ha scritto il Thoroughbred Daily News, “Purple Rainbow è uno degli ultimi frammenti viventi della visione ippica della Regina. Con il suo ritiro, si chiude anche un piccolo ma importante capitolo del regno Windsor.”

Il mondo delle corse è crudele, fatto di risultati immediati e aspettative altissime. Purple Rainbow ha vinto solo una delle sue tre gare. Ma il suo valore andava oltre le statistiche. Era un frammento ereditario di una donna che ha incarnato la dedizione anche nei dettagli meno visibili del potere.

Con la sua uscita di scena, la domanda che resta è: cosa ne sarà davvero dell’eredità Windsor quando smetterà di correre anche l’ultimo cavallo allevato dalla Regina?

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