Royal Family
La regina Camilla con Moley (Instagram The Royal Family)
Non sempre sono i grandi eventi a raccontare i reali. A volte basta un cucciolo. È il caso di Moley, il nuovo arrivato a Clarence House, un incrocio dal pelo scuro adottato da Queen Camilla al Battersea Dogs & Cats Home, uno dei più noti rifugi per animali del Regno Unito, di cui la Regina è patrona dal 2016.
Le immagini ufficiali, diffuse in questi giorni dalla stampa britannica, mostrano Camilla seduta accanto al cane, lo sguardo sereno, il guinzaglio tra le dita. La scelta del nome – “Moley”, per via del muso che ricorda una talpa – fa sorridere, ma il gesto ha implicazioni ben più profonde.
Secondo quanto riportato da People Magazine, Moley farà il suo debutto pubblico al Chelsea Flower Show, in un giardino pensato per cani, finanziato e curato in collaborazione proprio con Battersea. Il giardino sarà poi trasferito definitivamente nella sede del rifugio, trasformando l’iniziativa in un progetto permanente. Un’azione che parla di cura, ma anche di continuità istituzionale: la monarchia che non comanda più, ma sostiene. Che non governa, ma accompagna.
Il rapporto tra monarchia e comunicazione non è certo una novità. Ma la scelta di Camilla è interessante perché non si affida alle parole, né ai titoli, bensì a un simbolo: un cane salvato.
Visualizza questo post su Instagram
In un tempo di crisi di fiducia nei confronti delle istituzioni (e della stessa royal family, come indicano i recenti sondaggi YouGov), questo tipo di gesti diventa uno strumento narrativo potentissimo. Più efficace di mille discorsi.
Tuttavia, ridurre tutto a una mossa d'immagine sarebbe ingeneroso. Camilla ha una storia coerente in questo campo. Ha già adottato due cani da Battersea in passato, Beth e Bluebell, entrambi protagonisti di numerosi eventi ufficiali. Non si tratta quindi di un’improvvisa impennata filantropica. Piuttosto, di una forma di impegno costante che si intreccia con la vita pubblica.
La Regina Consorte non cerca di essere popolare come Diana né irraggiungibile come Elisabetta. Il suo percorso è più sobrio, più sottotraccia, ma forse anche più contemporaneo. È il volto di una monarchia che punta sulla relazione, sulla cura dei dettagli, e sull’emotività controllata. In questo senso, Moley non è un semplice cane: è la materializzazione di una monarchia che, per restare rilevante, ha imparato a raccontarsi con i gesti minimi.
E mentre la stampa rincorre le storie di Harry e Meghan, o i bollettini medici di Re Carlo, è proprio Moley - senza dire una parola - a riportare l’attenzione sul presente.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy