Royal Family
Elisabetta II, regina indimenticata: progetti ne renderanno vivo il ricordo
Quando un’epoca finisce, restano le statue. Cinque progetti sono stati selezionati per erigere un memoriale nazionale a Elisabetta II, a due passi da Buckingham Palace, nel cuore di St James’s Park. Nelle intenzioni ufficiali, dovrebbero celebrare la longevità e il servizio della regina più famosa al mondo. Ma dietro il bronzo e il granito si nasconde una realtà più scomoda: la nostalgia come anestetico per una monarchia in crisi.
Le proposte, rivelate questa settimana dal comitato ufficiale, spaziano tra ponti simbolici, ninfee di pietra e una quercia di bronzo alta diversi metri. Un’iconografia studiata per rassicurare: solidità, natura, tradizione. Tre parole chiave che il Palazzo e i suoi architetti vogliono imprimere nella memoria collettiva britannica.
Il pubblico può ora votare il progetto preferito, ma il messaggio sottotraccia è chiaro: la monarchia deve restare sinonimo di continuità, nonostante tutto.
La costruzione del memoriale coincide con un momento difficile per i Windsor. Il re Carlo III combatte con la malattia e le voci di una possibile abdicazione si fanno sempre più insistenti. William e Kate avanzano, ma i sondaggi indicano un calo di popolarità soprattutto tra i giovani. Harry e Meghan sono ormai corpi estranei a corte e il dibattito repubblicano, sempre sotto traccia, guadagna terreno.
In questo scenario, immortalare Elisabetta II non è solo un atto di omaggio, ma una strategia comunicativa. Il suo regno di 70 anni è stato un balsamo per le crisi di identità britanniche: dalla decolonizzazione alla Brexit. Celebrarla oggi significa offrire un’ancora psicologica a una nazione incerta sul proprio futuro.
Non sorprende che i progetti finalisti riflettano un’estetica senza tempo. “Elisabetta come quercia” non è solo un espediente artistico. È il tentativo di fossilizzare l’immagine di una sovrana che - giusta o sbagliata che fosse - rappresentava stabilità in un mondo mutevole.
Ma l’arte pubblica non è mai neutrale. Ogni memoriale è anche un messaggio politico. Nel caso della regina, il messaggio suona così: “Anche se il presente vacilla, il passato rimane saldo. Fidatevi ancora di noi.”
I costi dell’opera, non ancora divulgati nei dettagli, saranno coperti in parte da fondi pubblici e in parte da donazioni private. Una scelta che potrebbe alimentare polemiche, soprattutto in un Regno Unito scosso da tagli ai servizi pubblici e un costo della vita in aumento.
Il memoriale non sarà solo un punto di riferimento turistico. Sarà un test per il consenso residuo della monarchia. Se i britannici accoglieranno il monumento come un degno tributo, la corona potrà respirare. Se invece prevarrà il cinismo o l’indifferenza, il culto di Elisabetta II rischia di diventare il canto del cigno di un’istituzione obsoleta.
Le statue, si sa, parlano più ai posteri che ai contemporanei. Ma nel Regno Unito del 2025, anche il passato ha iniziato a scricchiolare ma che è sempre pronto a tenersi in vita anche e soprattutto nei momenti più bui.
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