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Mirko Frezza e l'amicizia con Alessandro Borghi: "Ha creduto in me e mi ha aiutato". L'attore romano è uno dei naufraghi de L'isola dei famosi: ecco chi è e in quali film ha recitato

Umbro d'adozione, porterà a Trevi l'associazione Casale Caletto junior

Gabriele Burini

06 Maggio 2025, 16:54

Mirko Frezza e l'amicizia con Alessandro Borghi: "Ha creduto in me e mi ha aiutato". L'attore romano è uno dei naufraghi de L'isola dei famosi: ecco chi è e in quali film ha recitato

Alessandro Borghi e Mirko Frezza sul red carpet di Venezia

"Alessandro Borghi? Un amico,  è stato un anello importante del mio cambiamento perché ha creduto in me mi ha aiutato, anche economicamente. Lui e Valerio Cintio mi sono stati vicini nel periodo del mio cambiamento e questa è stata una forza". A raccontarlo, in un'intervista uscita nell'edizione cartacea del Corriere dell'Umbria, è Mirko Frezza. L'attore romano, umbro d'adozione, è uno dei nuovi naufraghi de L'isola dei famosi, in onda da domani - mercoledì 7 maggio - su Canale 5. Frezza vive da anni a San Giacomo di Spoleto, considera il cuore verde d'Italia come una comunità dove ha eliminato tutte le sue dipendenze e dove è ripartito dopo alcuni anni difficili. 

"Il cinema? Diciamo che ci siamo incontrati - ha raccontato Frezza - Prima mi hanno portato a fare il capogruppo, poi ho fatto lo stuntman. Quindi, per il tipo di faccia che avevo e il modo che ho magari di comportarmi, mi è stato proposto di fare dei piccoli ruoli fino ad arrivare a Il più grande sogno, che è la storia della mia vita. Accanto a me c’era Alessandro Borghi, che è stato un anello importante del mio cambiamento perché ha creduto in me mi ha aiutato, anche economicamente. Lui e Valerio mi sono stati vicini nel periodo del mio cambiamento e questa è stata una forza. Quando mi dicono “Mirko, sei un attore”, io rispondo di lavorare per l’industria del cinema. Magari un domani farò il runner (la persona che si occupa di supporto logistico sul set, ndr), ma non ci sarebbe nessun problema perché l’importante è riuscire a portare a casa del denaro pulito". E su come è avvenuto l'incontro, spiega: "Ho cominciato dal basso. Lavoravo per Maurizio Cusano, uno dei più grandi coordinatori che c’è in questo Paese. In poco tempo ho conosciuto Gianluca Petrazzi, un mostro sacro degli stuntman italiani che ci ha lasciato pochi anni fa. Con lui ho iniziato a fare dei piccoli ruoli come stuntman, poi mi chiedevano sempre di dire qualcosa finché ho incontrato Michele Soavi che mi chiese di fare un ruolo vero e proprio. Mi portò a lavorare sul set di Rocco Schiavone, nel frattempo stavamo facendo il film Il più grande sogno con Borghi: Alessandro aveva deciso di raccontare la mia vita, quel film è stato a Venezia, poi abbiamo preso tanti altri premi. Mi sono ritrovato al posto giusto al momento giusto ma sempre con i piedi per terra perché l’associazione Casale Caletto mi riporta alla realtà. E poi diciamo che questo successo, se vogliamo chiamarlo così, è arrivato tardi, a 50 anni, quindi ho saputo gestire tutto meglio".

Il suo ingresso nel mondo dello spettacolo avviene quasi per caso: notato mentre lavorava come location scout e stuntman, debutta come attore nel 2014 nella commedia Ma tu di che segno 6? di Neri Parenti. La svolta arriva nel 2016 con Il più grande sogno di Michele Vannucci, film autobiografico presentato al Festival di Venezia, in cui Frezza interpreta sé stesso raccontando la sua rinascita sociale dopo la detenzione. Da quel momento, la sua carriera si consolida con ruoli in film come DogmanQuanto bastaUna vita spericolata, e nella serie di successo Rocco Schiavone dove interpreta Furio Lattanzi. Tra gli ultimi lavori, c'è anche Albero Sordi Secret, docufilm di Igor Righetti. "Quando mi è stato chiesto di fare una piccola parte, io stavo girando Rocco Schiavone. Risposi che nel 1940 non c’era un look come il mio, ma loro mi dissero che Alberto aveva incontrato un nomade che gli aveva predetto il futuro che poteva somigliarmi. Io avrei portato anche l’acqua su un film che parla della vita di Alberto Sordi e ancora non credo che sia stato possibile che nella mia vita ho potuto omaggiare questa icona. Sordi non è stato solo un attore, ma il racconto del nostro paese. Nei suoi ruoli ha raccontato tutti noi. Alcuni giorni fa abbiamo presentato il film in Senato, è molto richiesto in America, ed è stato detto perché non fare qualcosa per riconoscere un Oscar alla carriera ad Alberto".

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