L'intervista
Mirko Frezza parteciperà a L'Isola dei Famosi
“Fra Giulio Cesareo mi dice che il mio percorso assomiglia un po’ a quello di San Francesco e io, a questa cosa, ho iniziato un pochino a credere”. Anche di Umbria e spiritualità è fatta la seconda vita di Mirko Frezza, attore romano classe 1973 ma da molti anni legato al cuore verde d’Italia, più precisamente, a San Giacomo di Spoleto. E’ qui che uno dei naufraghi della nuova edizione de L’isola dei famosi - in onda dal 7 maggio su Canale 5 - vive ed qui che si prepara per il reality condotto da Veronica Gentili.
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In un'intervista uscita domenica 4 maggio sull'edizione cartacea del Corriere dell'Umbria, Frezza ha raccontato di come il suo sogno era quello "di acquistare una casa in questa splendida regione dove vivere con la mia famiglia e poter crescere i miei figli, perché questo è un posto dove l’infanzia viene vissuta con la giusta età. Grazie a un mio carissimo amico, Valerio Cintio, da 20 anni frequento l’Umbria. Lui mi ha dato la possibilità anche di viverci, mi ha fatto fare un contratto di riscatto e mi ha fatto prendere questa casa a San Giacomo di Spoleto. Ma ripeto, io in Umbria sono ripartito 20 anni fa, questa regione è stata un po’ la mia comunità, qui ho eliminato le dipendenze che venivano dal mio passato. Sono molto devoto e devo dire che quella frase di fra Giulio Cesareo (direttore dell’Ufficio comunicazione del Sacro Convento di Assisi, ndr) sulla mia somiglianza con San Francesco mi piace". Quella è in Umbria è una seconda vita per Frezza, iniziata "quando ho capito che non ne avrei avute altre". Il cinema, invece, è arrivato quasi per caso. "Diciamo che ci siamo incontrati, prima mi hanno portato a fare il capogruppo, poi ho fatto lo stuntman. Quindi, per il tipo di faccia che avevo e il modo che ho magari di comportarmi, mi è stato proposto di fare dei piccoli ruoli fino ad arrivare a Il più grande sogno, che è la storia della mia vita. Accanto a me c’era Alessandro Borghi, che è stato un anello importante del mio cambiamento perché ha creduto in me mi ha aiutato, anche economicamente. Lui e Valerio mi sono stati vicini nel periodo del mio cambiamento e questa è stata una forza".
Fondamentale, poi, anche la struttura di Casale Caletto. "Oggi sono uno dei responsabili, abbiamo una struttura dove facciamo 1.600 pasti, 400 pacchi viveri e assistenza medica. Ci occupiamo di dare dei pasti caldi a delle persone indigenti, poi un paio di volte al mese facciamo una distribuzione di generi alimentari. Abbiamo anche 22 ragazzi di affidamento ai servizi sociali e insieme puliamo il quartiere, sistemiamo le strade, abbiamo fatto due parchi giochi, 13.500 metri d’asfalto. In dieci anni, l’associazione è diventata il cuore pulsante della periferia di Roma Est con più di 500 famiglie di italiani iscritte e le comunità africana e rom che collaborano con noi. E’ un centro di aggregazione che viene fatto dalla gente per la gente". E che a breve arriverà anche in Umbria. "Pochi giorni fa siamo stati in Senato e al Campidoglio e abbiamo formato una nuova associazione che si chiama Casale Caletto junior, che avrà la sede legale a Roma e quella operativa a Trevi. Il mio amico Valerio ha un terreno e qui ci costruiremo questa casa per ragazzi, un punto di incontro per fare dei corsi di formazione che possono spaziare dal teatro, al cinema, alla musica, ovviamente gratuiti e accessibili a tutti".
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