Attualità
Giulia Castellani e Valerio Apice ne Le fiabe scacciamostri
È quasi un paradosso, da teatro di Jonesco: da una piccola compagnia denominata “Isola di Confine” vengono fuori numeri “sconfinati”. In venti anni d’incessante lavoro (non sempre facile, va detto) Valerio Apice e Giulia Castellani, coppia nella vita e sul palco e fondatori di una comunità teatrale che oggi conta più di 50 soci, tutti giovani volontari, operatori del servizio civile, tirocinanti e genitori, sono riusciti a far diventare il Marscianese e l’intera Media Valle del Tevere la patria del Teatro per Ragazzi, con cifre record a livello regionale e una reputazione che varca i nostri confini e che negli anni ha conquistato dal mitico Eugenio Barba, a Marco Martinelli, Lino Musella e tanti altri personaggi, espressione del teatro italiano più nobile.
I numeri parlano chiaro: come ogni anno dal 2009, anche quest’anno Isola di Confine terrà attività pedagogiche per circa 600, tra insegnanti e alunni da 0 a 17 anni. Il 48% sono alunni della scuola primaria, il 15% dell'infanzia, il 18% della scuola secondaria, il 10% insegnanti. Il restante 9% sono bimbi dagli 0 ai 3 anni accompagnati dai loro genitori. I plessi coinvolti dalle attività, esclusi i Nidi, rappresentano il 24,3% del totale presente sul territorio. Dato tutt’altro che trascurabile, il 36,8% di queste scuole collabora con Isola di Confine da più 8 fino a 17 anni, il 31,6% da 2 a 5 anni e il 31,6% collaborano per la prima volta. Una diffusione capillare sul territorio e costante nel tempo che produce e produrrà ancora di più in futuro risultati di grande importanza e che ormai coinvolge non solo alunni e insegnanti, ma l'intera struttura scolastica, compresi i dirigenti, il personale scolastico, le famiglie, le amministrazioni, tutti impegnati nel progettare un'idea comune della Scuola del futuro e del ruolo fondamentale che svolge nella comunità, specialmente in quelle aree interne e con meno di tremila abitanti, di cui il territorio umbro è ricco. Ed è proprio questo aspetto di comunità, di inclusione e coesione sociale mediante il teatro, che affascina i “nomi illustri” così vicini a questa esperienza, e che li fa parlare di Marsciano al resto d’Italia, proprio perché qui si è riusciti a dare corpo a quelle che in moltissime circostanze restano buone intenzioni e nulla più. L'ampiezza del territorio in cui opera Isola di Confine rappresenta circa il 20% di tutta la regione e si estende da Marsciano a Todi, includendo comuni di entrambe le province umbre, anche delle aree interne, quelle con meno di tremila abitanti, che in Umbria sono tantissime.
Anche quest’anno, a maggio e giugno, si terranno gli affollatissimi recital con gli alunni delle scuole che hanno seguito le attività di Isola di Confine: Marsciano, San Venanzo, Todi, Monte Castello di Vibio, Deruta, Fratta Todina, Massa Martana, Giano dell'Umbria, saranno il palcoscenico di performance e di festa in cui la scuola incontra la comunità. Qualcosa che, osservando con attenzione, va oltre al saggio, con mamma e papà che fanno le foto. Quei ragazzi che per dieci anni hanno fatto laboratori teatrali saranno futuri adulti più in confidenza con le proprie capacità e le proprie emozioni e i primi ad accorgersene sono gli stessi genitori che vedono i propri figli più sicuri e di umore migliore. D’altronde non c’è bisogno di scomodare le cronache degli ultimi anni per capire quanto importante sia lavorare su questo fronte, qualcosa di molto più profondo del talento recitativo, che viene comunque stimolato. Parlando con Apice e Castellani si comprende il loro intento di immaginare l'umanità del futuro, partendo dalle risorse specifiche di ogni territorio, utilizzando tecniche pedagogiche e teatrali apprese con anni di studio e esperienza. Un’esperienza che probabilmente negli anni sarà oggetto di studio e analisi, anche perché Apice e Castellani, in virtù dell’anagrafe, hanno ancora tanto da dare.
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