Gran Bretagna
Harry vuole il ritorno nella Royal family (foto LaPresse)
Il principe Harry lo dice chiaramente: vuole riconciliarsi. Ma ieri, 2 maggio, la giustizia britannica ha messo un altro chiodo sulla bara del suo status reale: ha perso l’ultimo appello per ottenere la scorta pagata dai contribuenti.
Ora, chi racconta di un ritorno facile a Londra dimentica un dettaglio: Harry non è più solo fuori dalla Royal Family. È fuori anche dalla macchina della sicurezza di Stato.
E, senza protezione, riportare Meghan e i figli Archie e Lilibet in Inghilterra non è un rischio calcolato. È follia.
Secondo i giudici dell’Alta Corte, Harry ha scelto di non essere più un working royal. Tradotto: se non lavori per la Firm, non ti proteggiamo. Punto.
Buckingham Palace ha fatto sapere, con il solito gelo istituzionale, che il caso è “chiuso”. Eppure, le testate più vicine alla corte (dal Telegraph al Times) lasciano filtrare un’indiscrezione velenosa: una soluzione tecnica ci sarebbe.
Ma solo se Harry accetta tre umiliazioni: Nessun ritorno ufficiale. Solo ruoli simbolici, eventi pubblici controllati. Sicurezza privatamente finanziata. O pagata da fondi speciali di palazzo, ma senza contributi statali. Scuse (non scritte ma chiare) al principe William.
La stampa inglese è unanime. Il re, malato e preoccupato per il futuro della monarchia, è disposto a trattare. Ma il principe William no.
Dopo Spare, dopo le interviste-bomba e le accuse di razzismo alla famiglia reale, William non apre spiragli. Anzi. Fonti vicine al principe erede parlano di "tregua fredda" fino a quando Harry non farà marcia indietro pubblicamente.
"La monarchia è una squadra. Chi attacca il team dall’esterno, non può rientrare senza pagare il prezzo", ha detto al Telegraph un ex consigliere di Kensington Palace.
Secondo il Daily Mail, i consiglieri reali starebbero esaminando una formula ibrida: Harry avrebbe ruoli occasionali su temi a lui cari (veterani, salute mentale), la sicurezza sarebbe garantita solo per quegli eventi, nessuna residenza reale permanente per lui o Meghan.
Non proprio il ritorno trionfale di cui parlano alcuni tabloid americani. Piuttosto, una reintegrazione a tempo determinato, condizionata e revocabile.
La domanda non è più se Harry possa tornare. Ma quanto sia disposto a sacrificare per farlo.
Senza la protezione pubblica e con il gelo tra i fratelli, l’unica porta ancora aperta è quella di Re Carlo. Ma il tempo stringe. Il monarca, malato, sa che il futuro della monarchia non tollererà a lungo il dramma familiare.
Harry dovrà scegliere: continuare la battaglia o accettare le condizioni di rientro che, per ora, assomigliano più a una resa che a una riconciliazione.
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