IL MISTERO
Filomena e Francesco, i fratelli dei gemelli scomparsi
Eleonora Daniele con Storie di sera torna sul caso dei gemelli di Cruto con nuove piste e indizi esclusivi. In studio ci saranno anche i due fratelli che ancora attendono a casa i due bambini scomparsi nel nulla. Si tratta di uno dei casi più inquietanti e irrisolti del Sud Italia, una ferita aperta che, dopo 55 anni, brucia ancora nella memoria della famiglia Oliverio. Parliamo della vicenda dei gemelli di Cutro, Franca e Mario, nati nel gennaio del 1970 all’ospedale vecchio di Crotone e scomparsi nel nulla poco dopo il parto. Da allora, una sola certezza: nessuno ha mai visto i corpi. E tutto il resto è avvolto nel mistero.
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Secondo le poche fonti documentali disponibili, i due gemelli vennero alla luce prematuramente, dopo appena sette mesi di gestazione. La madre, Lucia Iefalo Maviglia, affrontò un parto difficilissimo, con gravi perdite di sangue e la necessità di trasfusioni. I neonati, identificati nella cartella clinica come vivi alla nascita, vennero trasferiti – secondo quanto riferito alla famiglia – all’ospedale di Catanzaro per mancanza di incubatrici a Crotone. Pochi giorni dopo, la notizia devastante: entrambi erano morti. Ma la comunicazione fu solo orale, nessun documento ufficiale, nessuna possibilità per la madre di vedere i corpi. Le autorità dell’ospedale dichiararono di aver provveduto direttamente alla sepoltura. Ma senza certificati, senza tombe, senza tracce.
Negli anni ’90, uno dei figli della famiglia, Francesco Oliverio, iniziò a scavare tra carte e archivi, trovando quello che già sospettava: versioni contrastanti e documenti discordanti. La cartella clinica dell’ospedale attestava che i gemelli erano nati vivi. Ma il Comune di Crotone riportava che erano nati morti. E a Cutro, paese d’origine della famiglia, nei registri storici non risultava alcuna traccia della loro esistenza. Due le inchieste ufficialmente aperte. E altrettante le archiviazioni, nel 1995 e nel 1996. In entrambi i casi, il fascicolo fu chiuso per mancanza di elementi concreti. Ma il dubbio ha continuato a vivere, alimentato anche da un dettaglio sconcertante: la famiglia ricevette un biglietto di auguri firmato da un certo “onorevole Ernesto Pucci” – figura mai conosciuta, mai vista prima. Un segno inquietante, più che una coincidenza.
Negli ultimi anni, la famiglia Oliverio non ha mai smesso di cercare. L’ultima segnalazione arriva da Filomena Oliverio, che ha raccontato di aver incontrato casualmente una donna straordinariamente simile a lei, che potrebbe essere una delle sorelle minori dei gemelli scomparsi. Ma il dialogo si è fermato presto: la donna, con un altro cognome, ha negato ogni parentela. Il sospetto di una rete di traffico di neonati, attiva in quegli anni anche in altri ospedali italiani, si è fatto strada nei pensieri dei familiari. Si teme un rapimento a fini di adozione illegale o vendita di minori, un'ipotesi tanto scomoda quanto difficile da dimostrare.
Nel gennaio 2025, in occasione del 55º anniversario della nascita dei gemelli, la famiglia ha incontrato il procuratore Nicola Gratteri, che ha espresso solidarietà e disponibilità. “Potrebbe essere riaperta l’indagine”, ha detto, ma ha precisato che servono nuovi elementi per procedere. E proprio qui si insinua una delle piste più temute: il possibile coinvolgimento della criminalità organizzata. La madre, Lucia, raccontò di aver ricevuto minacce quando chiese troppe informazioni. E oggi, molte delle persone che avrebbero potuto sapere qualcosa non ci sono più.
A distanza di oltre mezzo secolo, il caso resta sospeso tra silenzi e documenti mancanti. La famiglia Oliverio continua a chiedere giustizia, a lanciare appelli pubblici, a setacciare archivi e volti, nella speranza – mai sopita – che i gemelli siano ancora vivi, da qualche parte. Ma con il passare degli anni, ottenere risposte diventa sempre più difficile. Le prove si dissolvono, le memorie si offuscano. Eppure, ciò che resta è una determinazione incrollabile: quella di non arrendersi, finché non verrà fatta luce su una delle pagine più oscure e dimenticate della cronaca italiana.
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