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La vera storia del film Air di Ben Affleck: dall'accordo con Michael al lancio delle Air Jordan 1 (bandite dalla Nba)

Andrea Pescari

11 Aprile 2025, 19:44

La vera storia del film Air di Ben Affleck: dall'accordo con Michael al lancio delle Air Jordan 1 (bandite dalla Nba)

Air - La storia del grande salto è un film del 2023, diretto e interpretato da Ben Affleck (nei panni di Phil Knight, co-fondatore di Nike), che racconta le dinamiche dello storico accordo tra Nike e Michael Jordan e del lancio del primo modello di Air Jordan. Nella pellicola viene dato grande risalto e importanza alla figura di Sonny Vaccaro, il protagonista (interpretato da Matt Damon), che gioca un ruolo cruciale per convincere i dirigenti del marchio dello Swoosh e strappare il della futura stella Nba nonché di colui che diventerà uno degli sportivi più grandi di sempre. 

Trama del film 

Anno 1984, il manager della Nike, Sonny Vaccaro, ha l'intenzione di rilanciare il marchio nel mondo della pallacanestro ed è in cerca di giovani talenti per ingaggiarli come testimonial. Sonny deciderà di puntare tutto su una star emergente: Michael Jordan. Nessuno è d'accordo e l'ostinato manager si rivolge, per ottenere sostegno, alla mamma del giocatore.

 

Cast

Tra le star di Air - La Storia del Grande Salto lo stesso Affleck, nel ruolo del co-fondatore della Nike Phil Knight, Jason Bateman in quello di Rob Strasser, Chris Messina è David Falk, Matthew Maher è Peter Moore, Marlon Wayans è George Raveling, Jay Mohr è John Fisher, Julius Tennon è James Jordan, con Chris Tucker nel ruolo di Howard White e Viola Davis in quello di Deloris Jordan. Lo spettacolare cast include anche, Dan Bucatinsky e Gustaf Skarsgård.

La vera storia: le differenze tra realtà e film Air

Il ruolo di Doloris Jordan

Nel film Micheal Jordan è pressoché assente, la scena viene presa tutta da sua madre (interpretata da Viola Davis) che conosce bene il potenziale del figlio e vuole strappare il miglior accordo possibile. La realtà è che il ruolo di Deloris fu meno significativo rispetto a quanto mostrato. Ben Affleck ha scelto di enfatizzare il suo personaggio per evitare di rappresentare direttamente Michael Jordan, ritenendo che nessun attore potesse interpretarlo credibilmente.

Le tempistiche della firma

Nella pellicola, per motivi di dinamicità e adattamento allo stile cinematografico, sembra che la trattativa sia questione di poco tempo quando, in realtà, ci vollero diversi mesi per trovare la quadra dell'accordo.

Budget per il contratto

Il budget di 250.000 dollari era in realtà di 2,5 milioni di dollari. Sonny Vaccaro convinse i dirigenti Nike a investirli tutti su Michael Jordan (con un contratto di 5 anni a 500 mila dollari all'anno) e di non dividerli tra più giocatori. 

Il ruolo di Adidas

La pellicola mostra come Nike abbia conquistato Jordan grazie agli sforzi emotivi di Sonny Vaccaro. Tuttavia, nella realtà, Jordan preferiva Adidas e tornò persino da loro dopo l'offerta di Nike per chiedere un accordo simile. Adidas rifiutò, portando Jordan a firmare con Nike.

George Raveling

Sonny Vaccaro è stato sicuramente cruciale per il raggiungimento dell'accordo finale. Tuttavia Phil Knight e lo stesso Michael Jordan spiegano che il Sì finale è stato merito anche di altri personaggi, come George Raveling (vice allenatore della Nazionale statunitense ai Giochi olimpici del 1984 e del 1988): "In tutta onestà - ha detto Jordan - non ho mai indossato scarpe Nike prima di firmare con Nike. Ero un fan di Adidas e Converse appena uscito dal college. Poi i miei genitori mi hanno fatto andare (alla sede centrale di Nike a Beaverton, Oregon) per ascoltare la loro proposta. Prima di tutto questo, Sonny (Vaccaro) ama prendersi il merito. Ma in realtà non era Sonny, era George Raveling. George Raveling era con me nella squadra alle Olimpiadi del 1984. Cercava sempre di convincermi: Devi scegliere Nike, devi scegliere Nike. Devi provarci".

Le Air Jordan 1 e le multe Nba

Tutti conoscono il primo modello di Air Jordan, caratterizzato dai colori dei Chicago Bulls: bianco, rosso e nero. Nacquero dalla mente di Peter Moore, designer creativo della Nike, che ideò anche il logo dello stemma con ali che cinge un pallone da basket. Nel 1985, anno del lancio sul mercato, la Nba comunicò ufficialmente a Jordan e Nike che le scarpe (precisamente il modello Air Ship) non rispettassero il regolamento sulle uniformi e quindi voleva impedire che venissero indossate.

Il regolamento prevedeva che le scarpe degli atleti avessero una base bianca (almeno il 51%) con accenti del colore corrispondente alle divise da gioco. La lega minacciò di multare Jordan per ogni partita in cui avesse indossato le scarpe proibite, con una multa di 5.000 dollari a partita. Nike se ne infischiò e sfruttò la diatriba come occasione per costruire un'immagine di ribellione e innovazione.

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