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Dai Cutting Crew ai Tokio Hotel passando per i The Rasmus: le meteore della storia della musica

Dai Cutting Crew ai Tokio Hotel passando per i The Rasmus: le meteore della storia della musica

Da sx: Bill Kaulitz dei Tokio Hotel, Nick Van Eede dei Cutting Crew e Lauri Ylönen dei The Rasmus

Nell'universo variegato e mutevole dell'industria musicale, il termine meteora evoca immagini di artisti e gruppi che, come stelle scintillanti, attraversano il cielo della notorietà per un breve ma intenso momento. Queste figure, spesso definite anche come one-hit wonder, si distinguono per aver conquistato le vette delle classifiche con un singolo brano musicale, imprimendo un'impronta indelebile, seppur effimera, nella memoria collettiva. Questa è una selezione di alcune delle meteore più note della storia della musica, divenute iconiche per un attimo fugace.

Echo & The Bunnymen – The Killing Moon

Uscita nel gennaio 1984 e contenuta in Ocean Rain, The Killing Moon fu un cupo capolavoro post-punk della band di Liverpool, che raggiunse la posizione n. 9 in UK, ma non riuscì a sfondare negli USA. La grandiosità e il fascino gotico del brano lo resero unico, eclissando tuttavia i lavori successivi.

"La migliore canzone che sia mai stata composta. È un salmo, quasi un inno. Contiene la risposta al significato della vita". Queste le parole sicuramente non faziose del frontman Ian McCulloch a proposito della sua creatura in un'intervista al The Guardian. Presente nel film cult Donnie Darko (2001), divenne la loro canzone simbolo. The Killing Moon cristallizza gli Echo & The Bunnyman in quell’attimo sospeso. 

Cutting Crew – (I Just) Died in Your Arms

Primo singolo dei britannici Cutting Crew dall’album Broadcast del 1986, (I Just) Died in Your Arms arrivò al n. 1 negli USA e al n. 4 in UK, grazie alle voci emotive di Nick Van Eede e a un synth molto effettato ed efficace. Questa canzone d'amore melodrammatica catturò perfettamente gli eccessi dell’epoca glitterata, ottenendo un successo sproporzionato rispetto ai lavori successivi, che non rispettarono le aspettative.

Pilastro delle playlist anni ’80 e coverizzata da artisti come Britney Spears, è la loro unica pretesa di fama. L’eredità dei Cutting Crew si basa su questo brano, un trionfo isolato che li definisce nonostante una carriera rispettabile e un ritorno di fiamma più recentemente grazie a TikTok e Instagram.

Anouk – Nobody’s Wife

La rocker olandese Anouk irruppe di prepotenza nel mercato musicale con Nobody’s Wife, singolo tratto dall’album Together Alone del 1997, arrivando al n. 2 nei Paesi Bassi e piazzandosi in varie classifiche europee. Le sue voci feroci e la grinta ne guidarono il successo.

Questo anthem di empowerment femminile si distinse a livello globale, ma le più recenti pubblicazioni di Anouk non hanno avuto la stessa verve e lo stesso impatto. Anche per lei, un momento unico di risonanza internazionale nonostante una solida carriera locale. Nobody’s Wife resta il suo lasciapassare estemporaneo nel panorama internazionale.

Liquido – Narcotic

La band alt-rock tedesca Liquido pubblicò Narcotic nel 1998 nel loro album omonimo di debutto, raggiungendo la posizione n. 3 in Germania e in varie classifiche europee. L'accattivante intro di synth e le voci vellutate di Wolfgang Schrödl ne decretarono il successo.

Questo inno dalla semplicità contagiosa fu una hit negli anni ’90, ma i successivi lavori non decollarono. Un exploit quasi bizzarro, che non si tradusse in riconoscimento duraturo. Reliquia nostalgica di fine secolo, Narcotic definisce l’eredità dei Liquido, superando di gran lunga gli altri sforzi. È la loro sola impronta, che li annovera nella storia dei one-hit wonder nonostante un modesto seguito in Germania.

The Rasmus – In the Shadows

I The Rasmus sfondarono con In the Shadows tratto da Dead Letters nel 2003, arrivando al n. 3 in UK e dominando le classifiche europee. La produzione studiata e la voce inconfondibile del frontman Lauri Ylönen ne guidarono l’ascesa.

L’energia goth-pop del brano lo rese un tormentone globale, ma i finlandesi non mantennero questo picco – i successivi singoli, come First Day of My Life, arrancarono. Un momento unico di allineamento al mainstream in una carriera sostanzialmente di nicchia. In the Shadows resta il loro biglietto da visita, un breve contatto con la fama globale.

Daniel Powter – Bad Day

Bad Day, dall’album omonimo del 2005, fu un tormentone pop al pianoforte che raggiunse il n. 1 nella Billboard Hot 100 per cinque settimane. Spinto dalla celebre pubblicità Coca-Cola e dai montaggi di American Idol, divenne onnipresente. Il messaggio universale del “tirarsi su” e la semplicità accattivante lo resero un successo globale, ma lo stile soft-rock del cantautore canadese non replicò questo trionfo.

In un periodo in cui la musica in primis si "vedeva" - grazie alla formidabile cassa di risonanza che era MTV - il video musicale firmato dal regista di 500 giorni insieme Mark Webb ha certamente contribuito alla fama dell'artista canadese. Brani successivi come Free Loop fallirono, consacrandolo come l’emblema one-hit wonder degli anni 2000 per Billboard. Con oltre 3 milioni di download negli USA, Bad Day relegò Powter a nota a piè di pagina culturale e la sua carriera fu offuscata dal dominio fugace di questo singolo.

Rooney – When Did Your Heart Go Missing?

La band alt-rock di Los Angeles, progetto musicale di Robert Schwartzmann - figlio della sorella del regista premio Oscar Francis Ford Coppola - nasce in sordina nel 1999. Grazie alla loro apparizione in TV nel teen-drama The O.C., il loro omonimo album di debutto cominciò a fargli guadagnare un po' di notorietà.

Un riff di chitarra semplice e un testo d'amore non corrisposto furono gli ingredienti che permisero a Schwartzmann e colleghi di fare centroWhen Did Your Heart Go Missing? da Calling the World nel 2007, raggiunse il n. 14 nella classifica US Adult Pop. Questo brano pop retrò e accattivante fu il loro unico squillo, un breve allineamento coi trend pop mai replicato.

Tokio Hotel – Monsoon

I teenager tedeschi conquistarono l’Europa con Monsoon, versione inglese del 2007 di Durch den Monsun tratta dall’album Schrei (2005). L’emotività e il look improbabile di Bill Kaulitz li portò al n. 1 in Germania e nella Top 10 europea.

Il rock angoscioso e levigato cavalcò l’ondata emo, diventando un inno per tutti gli adolescenti di quella generazione e rubando il cuore a milioni di ragazzine in tutto il mondo, intente a litigare su quale dei due gemelli Kaulitz fosse il più bello. Il loro stile teatrale ne limitò l’appeal su scala globale. Monsoon rimane il loro apice, una vera e propria meteora fuori dalla Germania e una hit simbolo dell’epopea emo.

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