il personaggio
Piero Marrazzo è ospite di Silvia Toffanin a Verissimo per un'intervista esclusiva. Protagonista nel 2009 di una vicenda complessa che lo portò a dimettersi da Presidente della Regione Lazio ora, a distanza di anni, ha raccontato tutto nel libro Storia senza eroi.
Visualizza questo post su Instagram
Nato a Roma il 29 luglio 1958, è figlio del giornalista Giuseppe Marrazzo. Durante gli studi in giurisprudenza, inizia la sua attività politica giovanile nell'area socialista riformista. Dopo la laurea entra in Rai, emittente nella quale lavora come giornalista per oltre venti anni. Gli anni nella televisione pubblica lo hanno visto come conduttore e inviato del TG2, poi come responsabile della testata regionale Toscana.
Nel novembre 2004 avvia la sua carriera politica candidandosi per la carica di presidente della regione Lazio, con la coalizione di centrosinistra L'Unione. Vince le elezioni regionali dell'aprile 2005 con il 50,7% dei voti, contro il presidente uscente Francesco Storace.
Il 23 ottobre 2009 inizia a circolare una notizia che avrebbe stroncato la carriera politica di Marrazzo: un video, in mano a quattro militari dei Carabinieri, che mostrava l'incontro tra il presidente della regione Lazio e una ragazza trans chiamata Natalie, con apparente presenza di sostanze stupefacenti. L'incontro sarebbe avvenuto in un appartamento a Roma nel luglio 2009.
In seguito al clamore mediatico generato dalla notizia, Marrazzo ammise il presunto rapporto occasionale, definendolo "frutto di una mia debolezza della vita privata". Il 26 ottobre si dimise ufficialmente dall'incarico di commissario regionale per la sanità e il giorno successivo anche da Presidente della regione.
Nello scandalo furono coinvolte altre due ragazze trans, delle quali una, chiamata Brenda, venne ritrovata senza vita il 20 novembre 2009, morta soffocata dal fumo nel suo appartamento a Roma. Secondo gli inquirenti, l'incidente sarebbe stato di origine dolosa.
Il 19 aprile 2010, la Corte di Cassazione dichiarò Marrazzo vittima di un complotto da parte di Carabinieri infedeli. In modo particolare, la sentenza ha stabilito che i militari avessero attuato una preparazione dettagliata della scena ripresa, che prevedeva non solo la presenza della droga, ma anche della tessera personale della vittima affinché non vi fossero dubbi sull'identificazione del politico.
Circa 15 anni dopo, in un'intervista al Corriere della Sera, Marrazzo è tornato sui fatti dell'ottobre 2009: "Non fa bene tacere: le mie figlie, con il loro amore, mi hanno aiutato a capire che la nostra vita non era riducibile a un caso, a uno scandalo, ma era tanto altro".
Marrazzo ha tre figlie, di cui una avuta dal matrimonio con Roberta Serdoz, coniuge dell'ex Presidente della regione Lazio all'epoca dei fatti e che, dopo lo scandalo, lo lasciò: "la mia colpa più grave, verso la famiglia: per la vergogna non avevo messo in sicurezza le mie figlie e mia moglie Roberta".
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy