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IL DRAMMA DI CITTà DELLA PIEVE

Femminicidio Po' Bandino, il sindaco di Città della Pieve conosceva Stefania Terrosi: "I nostri figli erano andati a scuola insieme"

Fausto Risini tra i primi ad accorrere: "Li conoscevo, sembrava una coppia tranquilla"

Giovanna Belardi

30 Novembre 2025, 18:20

Femminicidio Po' Bandino, il sindaco di Città della Pieve conosceva Stefania Terrosi: "I nostri figli erano andati a scuola insieme"

Il sindaco di Città della Pieve è subito arrivato sul posto, non appena saputo cosa era successo a Po’ Bandino. “Conoscevo molto bene Stefania, viveva qui da tempo. Il figlio andava a scuola con la mia (ora è venuto a vivere a Città della Pieve con il figlioletto e la compagna). Con il marito si erano poi separati una ventina di anni fa e aveva ricostruito una unione con questa persona. Vivevano insieme da tanti anni. Si era rifatta una vita e sembrava che tutto fosse normale. Evidentemente c’è stato qualcosa tra di loro che ad un certo punto è esploso - racconta il primo cittadino Fausto Risini -. So che lui era un ex militare. Una persona normale, tranquilla, molto riservata sì, non particolarmente estroversa forse. L’ho visto poche volte ma di recente. Li avevo infatti incontrati perché avevano sollevato una questione relativa alla siepe confinante e si erano rivolti al Comune. Così ci sentimmo per farla sistemare. Quindi l’avrò incontrato due o tre volte. Con lei invece ci conoscevano di più per via dei figli. Che dire sembrava una famiglia normale”.

- Pensate di fare qualcosa in memoria di Stefania?
“Vedremo di fare qualcosa di dimostrativo, penso a una fiaccolata”. Intanto ieri sera, in concomitanza con la visita pastorale dell’arcivescovo Ivan Maffeis è stata celebrata alle 18 una messa a Po’ Bandino, come momento di vicinanza ai cittadini, alle famigli, come momento liturgico di condivisione. “Poi valuteremo se fare una fiaccolata”.

- Che cosa lascia una tragedia di questo tipo, a pochi giorni dalla giornata contro la violenza sulle donne?
“Viene da riflettere: anche se facciamo sensibilizzazione, a partire dalle scuole, anche se pensiamo di aver fatto qualcosa, poi ci troviamo davanti alla ripetizione di queste vicende drammatiche. Succede anche nella mia città, come se fosse tutto vano quanto si cerca di fare per evitare che ciò avvenga. Ci lavoriamo sin dall’infanzia sull’educazione, pensiamo che abbiamo fatto qualcosa di positivo, poi succede. E ti prende quasi il senso di dire ‘siamo impotenti’ di fronte a questa violenza che va avanti senza tregua e senza che la gente si fermi a riflettere sul serio. Ecco la mia sensazione”.

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