IL DRAMMA DI CITTà DELLA PIEVE
Come tutti i giorni, anche ieri Stefania Terrosi era andata al lavoro. Lei, impiegata di un’impresa di pulizie, aveva trascorso la mattinata prima in una concessionaria di Città della Pieve e, successivamente, in quella di Po’ Bandino. Poi, il rientro a casa, per l’ultima volta, dove è stata uccisa con due colpi di pistola dall’ex compagno.
“Siamo tutti sotto choc - raccontano le ultime persone che l’hanno vista al lavoro - anche ieri mattina è stata qui da noi e ci siamo scambiati qualche battuta. Non avevamo un rapporto così stretto, per cui non potevamo sapere se tra i due ci fossero dei dissidi. Ma Stefania, pochi giorni fa, aveva detto a una collega che lui voleva tornare al suo paese. Poi, questa mattina (ieri, ndr) ha ricevuto tantissimi messaggi, uno dietro l’altro. Tant’è che abbiamo detto ad alta voce ‘cosa sta succedendo?’. Lei aveva risposto che era il suo telefono che stava suonando, ma che non era niente. Sa, sono quelle cose che in un primo momento non si notano o non ci si fa caso, ma pensandoci a mente fredda potevano stare a significare qualcosa”.
La relazione, dopo 15 anni con Antonio Iacobellis, era arrivata alla fine. Entrambi avevano avuto un precedente matrimonio, ed entrambi erano genitori di un figlio. Quello di Stefania è arrivato sul luogo del delitto poco dopo i carabinieri, avvisati da un amico di Iacobellis, ed è stato poi sentito a lungo dagli stessi militari. I due erano ancora conviventi, ma l’uomo, nei giorni scorsi, aveva pubblicato un annuncio in un gruppo Facebook per cercare “una sistemazione abitativa” nella zona, tra la vicina Chiusi (in provincia di Siena), la frazione di Moiano e la stessa Po’ Bandino, dove ieri mattina si è consumata la tragedia, a soli quattro giorni dalla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza di genere.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy