IL DRAMMA DI CITTà DELLA PIEVE
A sinistra il luogo del delitto, a destra Stefania Terrosi (59 anni)
Una collinetta che si affaccia sulla Valdichiana, costellata di villette. Qui viveva Stefania Terrosi, nella casa dove tutto si è compiuto, in quello che doveva essere un sabato come tanti per questa signora che in paese, a Po’ Bandino, conoscevano tutti.
Lavorava per l’impresa di pulizie Crystal, e proprio ieri mattina aveva fatto il suo ultimo servizio in un’azienda della zona. Stefania, originaria di Montepulciano ma oramai da tanti anni residente a Po’ Bandino dove era rimasta anche dopo la separazione dal marito, era un volto noto in zona. Molto riservata, ma sempre gentile. Cordiale con tutti ma poco incline a raccontarsi. Sarà per questo che in parecchi sono caduti dalle nuvole quando hanno saputo che la donna uccisa era proprio lei.
Tra questi la sua datrice di lavoro, Felicia Costanzo, proprietaria dell’impresa di pulizia Crystal. “Non riesco a crederci, ho saputo di quello che era successo attraverso una telefonata e sono scoppiata a piangere. Stefania lavorava con noi da tre anni. Aveva il compito di occuparsi degli uffici di un’azienda della zona, dove andava tutti i giorni a parte la domenica”.

Era andata anche ieri mattina, prima che al ritorno qualcuno le spegnesse la luce in quegli occhi così belli. La datrice di lavoro racconta di una signora gentile, sensibile, che si faceva voler bene da tutti ma che raramente parlava di sé: “Nel lavoro era precisa, lo portava avanti. Aveva preso un giorno di ferie il primo dicembre per fare una visita. Non mi disse che tipo di accertamento ma non sembrava preoccupata o almeno non lo dava a vedere. Era molto attenta alla propria persona, sempre bella, curata, ci teneva molto. E anche lui mi sembrava altrettanto curato. Era un omone, grande in confronto a lei che era piccolina”.
E da fuori, ironia della sorte, sembravano la prova di quella che si dice “una bella coppia”. Le passioni di lei erano la famiglia, gli animali (aveva due cani, uno era del padre), ed era molto religiosa. “Era una persona buona, molto riservata, e se aveva qualche problema non ne parlava con alcuno - ricorda Felicia -. Non sapevo che c’erano problemi con il convivente, invece dicevano oggi che si erano lasciati in questo mese, anche se vivevano ancora insieme. Lui non lo conoscevo bene, l’avrò visto due o tre volte. Stavano insieme da parecchi anni. Era una bellissima donna, il prossimo anno avrebbe fatto 60 anni, ma non sembrava li avesse”.
Stefania era figlia unica, discendente di una famiglia molto conosciuta a Montepulciano. Ma a Po’ Bandino si trovava molto bene. Qui aveva deciso di restare dopo la separazione, una ventina di anni fa, dal marito con cui aveva avuto un figlio. Nella frazione pievese al confine con la provincia di Siena ieri la tristezza era pesante: nei locali, nei negozi, non si parlava d’altro, se non di quanto avvenuto in quella villetta in via Sardegna.
Tutti ben precisi nel rappresentare il “ritratto” di lei, meno certi nell’inquadrare lui, ex militare originario della Puglia che qui però non sembra essere altrettanto noto. Riservato sì, poco espansivo ma nulla altro che possa aver lasciato il segno in paese, dove molti non ricordano neppure di averlo mai visto. “Quelle volte che l’ho visto mi è parso sì molto riservato ma sembrava un brav’uomo” ricorda la titolare dell’impresa per cui Stefania lavorava.
Poco o nulla era trapelato da quella villetta ben tenuta e ordinata in via Sardegna, dove all’esterno la legna era stata accatastata con cura, gli infissi ben tenuti così come tutto quello che serve per una vita domestica serena. Il forno, il barbecue, lo stendino, semplici segnali di una esistenza che lì si svolgeva come se non dovesse mancare alcunché. La verdura al fresco in terrazzo come se qualcuno fosse in procinto di cucinarla. E invece dietro quella dimensione così riservata qualcosa stava per esplodere.

“Stefania non sembrava avere preoccupazioni. Era molto religiosa, e aveva portato un presepe costruito dal suo babbo in una chiesetta a San Litardo, in segno di devozione”. Viene segnalato che Antonio in quell’occasione aveva tanto aiutato Stefania a completare questo piccolo desiderio, ed era molto partecipe di un progetto che doveva avere grande importanza. “Quando ho saputo quello che era successo sono rimasta scossa, anzi di più. All’inizio non ci si credeva, poi quando me l’hanno detto da più parti ho avuto una crisi”.
Di Antonio Iacobellis viene ricordato che era andato da poco in congedo, e che si occupava della casa. Stefania non parlava dei rapporti interni alla sua famiglia, se c’erano screzi o qualcosa che potesse turbarla. Eppure, c’era ben più di uno screzio.
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