Omicidio Hekuran
Yassin Amri con un agente della polizia penitenziaria
Il Riesame ha rigettato l’istanza di scarcerazione e ha confermato l’ordinanza di misura cautelare disposta dal gip nei confronti di Yassin Amri, ma l’avvocato del 21enne sta vuole presentare ricorso in Cassazione per vedere riconosciute le proprie ragioni.
Secondo il legale infatti, Yassin Amri non avrebbe accoltellato Hekuran Cumani. Lo ha messo nero su bianco nella memoria che ha depositato proprio ai giudici del Riesame, in cui sostiene che sono emerse moltissime incongruenze dai racconti dei testimoni e, senza girarci intorno, punta il dito verso Mohamed Abid, l’altro arrestato presente sul luogo del delitto che è stato portato in carcere perché ha violato il divieto di dimora che gli era stato imposto per aver partecipato alla spedizione punitiva nei confronti dei buttafuori dell’Urban a maggio.
L’avvocato Bochicchio parte dalle prime risultanze genetiche per tirare in ballo l’altro arrestato, nello specifico parla della presenza delle tracce di sangue della vittima sul coltello di proprietà di Mohamed Abid e l’assenza di tracce di Hekuran Cumani sui vestiti del suo assistito. “E’ evidente - scrive Bochicchio - che il coltello sia stato impugnato nuovamente da Abid Mohamed successivamente al suo stesso ferimento e che questi lo abbia utilizzato (sangue sul manico) per tornare a vendicarsi delle ferite ricevute (sangue dell’Hekuran Cumani sulla lama). Se dovessimo, infatti, ritenere che la vittima sia stata colpita dall’Amri che impugnava il coltello dell’Abid, non si spiega il motivo per il quale nessuno schizzo di sangue della vittima è sugli indumenti che aveva l’Amri e soprattutto non si comprenderebbe come vi sia finito il sangue dell’Abid sul manico e sulla lama dello stesso coltello”. Il legale sottolinea inoltre che “qualora l’Amri, infatti, avesse avuto realmente con sé il coltello sporco di sangue della vittima e lo avesse estratto all’interno del veicolo, con assoluta certezza le genetiste avrebbero trovato tracce biologiche della vittima quantomeno all’interno delle tasche ove era riposto il coltello”. L’avvocato sottolinea inoltre le contraddizioni emerse dalle dichiarazioni dei testimoni: due dei ragazzi marchigiani hanno detto di avere visto con i coltelli un ragazzo alto e biondo, e non hanno riconosciuto Amri nelle foto segnaletiche mostrate. Bochicchio infine cita le dichiarazioni dell’ex fidanzata di Mohamed Abid, a cui lui aveva telefonato quella notte. A lei aveva detto “abbiamo ucciso uno”, usando per l’appunto, il plurale. E per questo motivo l’avvocato chiede che almeno gli venga contestato il concorso.
Intanto, nell’attesa del deposito delle motivazioni con cui il Riesame ha deciso di lasciare Yassin Amri dietro le sbarre, proseguono gli accertamenti disposti dalla procura. Nello specifico, la prossima settimana, le genetiste, dottoresse Carnevali e Severini, provvederanno all’analisi del coltello ritrovato nel Tevere che potrebbe essere compatibile - secondo l’accusa - con l’arma del delitto. Sono inoltre tutt’ora in corso le analisi dei telefoni cellulari sequestrati agli indagati e potrebbero quindi ancora emergere ulteriori dettagli su quanto accaduto nelle ore successive al delitto di Hekuran Cumani. E’ attesa sempre nei prossimi giorni la decisione dei giudici del tribunale del Riesame per Mohamed Abid, il 18enne in cella per aver violato il divieto di dimora a Perugia e indagato perché quella notte aveva con sé un coltello. Il suo avvocato, Giuseppe Gasparri ha chiesto la sua scarcerazione.
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