perugia
Aveva compilato il form del portale e ha atteso che venisse contattato. Come chiunque ha fatto o potrebbe fare. E poi, ha risposto al telefono a qualcuno che si è qualificato come un operatore esperto con cui discutere dei dettagli di una polizza assicurativa. Da lì poi, gli scambi sono passati su whatsapp. Con tutte le indicazioni necessarie per arrivare a stipulare quella che sembrava una polizza conveniente ma congrua. Tra queste c’era anche quella di come effettuare il pagamento.
Il cliente, parzialmente insospettito dalla modalità di pagamento aveva chiesto delucidazioni al tabaccaio in cui era andato a effettuarlo, ma era stato rassicurato dal fatto che, a quanto gli era stato riferito, quella particolare compagnia adottava quel tipo di pagamenti. Non solo, aveva pure ricevuto un certificato assicurativo che apparentemente sembrava assolutamente reale.
Non ha avuto nessun altro sospetto fin quando non è stato fermato dalla polizia locale lungo la strada un anno dopo. E’ stato in quel momento che gli agenti gli hanno comunicato la ‘scopertura’ assicurativa per il suo scooter. L’uomo allora ha capito di essere stato truffato e ha sporto denuncia. Gli inquirenti hanno individuato i due truffatori che, nei giorni scorsi, sono comparsi in aula a Perugia per la prima udienza. L’avvocato Marco Brusco, che assisteva il cliente truffato insieme al collega Giuseppe De Lio, dichiara: “La capacità criminale di chi pone in essere queste truffe è veramente altissima e denota una grande irresponsabilità, per truffare poche centinaia di euro si espone il truffato al rischio di dover sopportare risarcimenti anche milionari nell’ipotesi in cui dovessero cagionare un sinistro mortale o comunque che cagioni forte invalidità. Spero davvero che le forze dell’ordine e l’autorità giudiziaria, sempre molto attente a queste problematiche, riescano a intervenire e interrompere questo gravissimo problema”.
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