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Cronaca

Omicidio Spoleto, l'assassino ha mandato finti sms a Obi dopo il delitto

Il gip convalida il fermo e conferma il carcere per Dmytro Shuryn. Un’amica: “Ludopatico, mi ha rubato 5 mila euro”

Francesca Marruco

27 Settembre 2025, 23:03

Omicidio Spoleto,  l'assassino ha mandato finti sms a Obi dopo il delitto

Nel tondo in alto Bala Sagor, sotto Dmytro Shuryn

Per provare goffamente a sviare le indagini, poco tempo dopo aver ammazzato l’ex collega con un coltello a sega, con cui in precedenza aveva tagliato mensole di legno e mobili, gli ha inviato due vocali, uno alle 12.05 e l’altro alle 14.01. Aveva probabilmente addosso ancora il suo sangue quando Dmytro Shuryn, aveva inviato al cellulare di Obi quei due messaggi che lui stesso, sentito a sommarie informazioni durante le ricerche dell’aiuto cuoco bengalese, ha mostrato ai carabinieri sottolineando che erano rimasti senza risposta perché il ragazzo a quell’appuntamento non si era presentato.

Era giovedì 18 settembre. Probabilmente non aveva ancora deciso come procedere, dopo aver sostanzialmente reciso buona parte del collo dell’amico, uccidendolo sul colpo nella cantina di via Pietro Conti 27 in cui i due si trovavano perché Dmytro si era offerto di aggiustare la bici elettrica di Bala Sagor. Il particolare, così come diversi altri, emerge dal provvedimento con il quale, il gip di Spoleto, Maria Silvia Festa, ha convalidato il fermo eseguito dal procuratore Claudio Cicchella e dalla pm, Roberta Del Giudice, e ha disposto la custodia cautelare in carcere del cuoco ucraino che ha confessato di avere ucciso l’ex collega e di essersi disfatto del suo cadavere, dopo averlo fatto a pezzi in diversi punti della città.

In sede di convalida l’assassino ha indicato i luoghi in cui ha portato i poveri resti di Obi - recuperati nella serata di venerdì - e quali coltelli ha usato per la mattanza, già entrambi individuati dai carabinieri in sede di perquisizione dell’abitazione, effettuata martedì pomeriggio, prima del fermo.

Sempre dall’atto in questione, si apprende che il movente del prestito non restituito, legato ai problemi di ludopatia dell’assassino, era molto più che una voce di paese. “Ho perso la testa quando ha iniziato a spintonarmi perché rivoleva indietro i 200 euro che mi aveva prestato” ha detto Dmytro al gip “ho preso il coltello e l’ho colpito, è morto sul colpo”.

Oltre alla sua confessione però, c’è anche molto altro: c’è infatti una donna, amica dell’arrestato, che ha confermato ai militari di essere stata vittima di un furto. Dmytro le avrebbe sottratto 5 mila euro da casa e nonostante si fosse più volte impegnato a restituirle tutto, in realtà le aveva pagato solo una rata dell’assicurazione dell’automobile. Il giorno dell’omicidio di Obi, anche il gip definisce “integerrimo”, anche lei, come la vittima, era andata a casa dell’ucraino perché i due avevano un appuntamento e lui non si era presentato. Glielo aveva chiesto lei, per avere indietro almeno una parte del denaro, ma lui non si era presentato e lei, oltre a chiamarlo al telefono, era andata a cercarlo a casa. Ma di lui, tra le 13 e le 13.30 nessuna traccia. Solo dopo, al telefono, le aveva detto che era in cantina e non aveva sentito il campanello.

Anche altre persone, compreso un collega di Dmytro e il datore di lavoro di Obi hanno confermato l’esistenza di questi problemi di ludopatia. Era stato quest’ultimo a cercare di persuadere Obi dall’accettare quell’ennesima richiesta di denaro da parte di Dmytro. Nessuno immaginava che di lì a poco sarebbe diventato la sua condanna a morte.

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