Spoleto
Il cuoco ucraino di 32 anni, Shurin Dimytro, in stato di fermo dalla notte scorsa perché ritenuto l'assassino di Bala Sagor, è stato immortalato con la bici elettrica della vittima dalle telecamere di videosorveglianza dell'abitazione che si trova a ridosso del luogo del ritrovamento del cadavere. E' stata questa la svolta nell'inchiesta per il brutale omicidio dell'aiuto cuoco 21enne che era scomparso da Spoleto giovedì della scorsa settimana.
Dimytro infatti - la cui abitazione è sotto sequestro e a lungo è stata perquisita dai carabinieri - è stato ripreso proprio nei pressi di quel passaggio che divide il campetto da basket dei giardini dall'abitazione di un cittadino, lo stesso lunedì sera, dopo aver notato una bici elettrica ha chiamato il 112. Sapeva che a Spoleto si cercava un ragazzo scomparso, visto l'ultima volta in sella a una citybike. Non aveva idea che accanto ci fosse una parte del corpo del ragazzo.
Quelle e anche altre immagini hanno portato la procura a bloccare l'ucraino. In particolare - come anticipato dal Tgr Umbria - dalle immagini della sorveglianza, i carabinieri hanno ricostruito sostanzialmente tutto il tragitto fatto dalla vittima con la sua bicicletta fino all’appartamento del cuoco ucraino la mattina di giovedì scorso, poco dopo che Bala Sagor era stato visto per l’ultima volta. Ci sono inoltre altre immagini in cui Shurin, nei giorni tra giovedì e sabato, si vede entrare e uscire di casa in orari particolari, quando le strade erano meno trafficate. Nell'ambito delle indagini, sono state acquisite anche le testimonianze degli amici di Bala Sagor, che hanno contribuito il procuratore Claudio Cicchella a disporre il fermo del cuoco con le accuse di omicidio volontario aggravato, distruzione e occultamento di cadavere.
Erano stati gli amici di Bala, soprannominato Obi, a dire agli inquirenti, non appena partiti gli accertamenti per la scomparsa, che il 21enne giovedì della scorsa settimana aveva un appuntamento con Shurin. Lui stesso era stato contattato, ma pare abbia detto di non averlo mai incontrato perché non era arrivato. Dichiarazioni che, alla luce del ritrovamento del cadavere smembrato, sono state praticamente subito rilette con un'altra luce.
Secondo quanto testimoniato dal datore di lavoro di Dimytro, "era un tipo solitario". "Io - racconta - non l'ho mai visto prendere un caffè con qualcuno o che qualcuno lo aspettasse fuori dal ristorante alla fine del turno. In questi giorni però, dopo la scomparsa del ragazzo morto, l'ho visto tanto al telefono. Ho notato che mandava tantissimi messaggi e mi chiedo, se è vero che ha fatto quello di cui lo accusano, possibile non si sia fatto aiutare da nessuno? Con chi e di che cosa parlava? Io penso che qualcuno lo abbia aiutato, non credo sia possibile che qualcuno possa fare da solo una cosa terribile del genere".
Alla base dell’omicidio, come già in parte emerso, c’è una questione legata a un prestito. Bala Sagor, che aveva messo da parte soldi per la famiglia, per il suo futuro e rigava dritto cercando di non sprecare quella seconda possibilità che gli era stata offerta con l’accoglienza al centro per gli immigrati, aveva prestato una piccola somma all’ex collega ucraino e verosimilmente potrebbe averglieli chiesto indietro. Da lì potrebbe essere partita la lite. Per gli inquirenti Dimytro ha ucciso Sagor dentro casa sua, da cui Obi non è mai più uscito. Mentre con la sua bici è stato ripreso dalle camere della sorveglianza l’uomo che adesso si trova in carcere.
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