Lunedì 22 Settembre 2025

QUOTIDIANO DI INFORMAZIONE INDIPENDENTE

DIRETTORE
SERGIO CASAGRANDE

×
NEWSLETTER Iscriviti ora
Radio Corriere dell'Umbria
LIVE

LIVE

logo radio

Cronaca

Scoperto deposito illegale di rifiuti a Città di Castello. Sequestrato immobile e denunciato commerciante

Claudia Boccucci

22 Settembre 2025, 10:54

Scoperto deposito illegale di rifiuti a Città di Castello. Sequestrato immobile e denunciato commerciante

Un'operazione congiunta della polizia locale tifernate e dell'Arpa ha portato alla scoperta di un deposito incontrollato di rifiuti nella periferia di Città di Castello, culminata con il sequestro di un immobile e la denuncia del titolare, un commerciante operante nel settore dell'e-commerce, per trattamento illecito di rifiuti. A seguito di una segnalazione da parte di cittadini, gli agenti hanno effettuato un sopralluogo in un'area cortiliva adiacente a un deposito, dove erano visibili diversi rifiuti.

L'ispezione, estesa all'interno dello stabile, ha rivelato un accumulo di materiali eterogenei: motori, sospensioni, radiatori, organi di sterzo, parti di carrozzeria, elettrodomestici come freezer e congelatori, additivi, isolanti termici, mobili, divani, biciclette, sanitari, compressori, un estintore e una bombola di gas. Presenti anche sacchi pieni di indumenti, di cui il titolare non è stato in grado di fornire documentazione sulla provenienza, violando le norme sulla tracciabilità e conformità dei pezzi, fondamentali per evitare impatti ambientali negativi derivanti dal recupero di veicoli fuori uso. Particolarmente grave è stato il ritrovamento di ricambi di veicoli legati alla sicurezza, come sterzo e sospensioni, che non possono essere commercializzati se non da autoriparatori autorizzati.

L'illecito trattamento e stoccaggio dei rifiuti, in violazione del Testo Unico dell'Ambiente, ha portato al sequestro probatorio dell'immobile e di tutto il materiale rinvenuto, che dovrà essere smaltito in centri autorizzati. Il commerciante è stato denunciato all'autorità giudiziaria e rischia una pena detentiva da 1 a 5 anni. Sono in corso indagini per chiarire la provenienza dei materiali sequestrati, al fine di accertare eventuali ulteriori responsabilità.

Newsletter Iscriviti ora
Riceverai gratuitamente via email le nostre ultime notizie per rimanere sempre aggiornato

*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy

Aggiorna le preferenze sui cookie