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Cronaca

Città di Castello, uomo trovato a dormire nudo in casa d’altri

L’episodio nel quartiere di San Giacomo

Paolo Puletti

20 Settembre 2025, 07:30

polizia città di castello

Polizia intervenuta nel quartiere San Giacomo

Ore di paura e panico al rione San Giacomo dove un cittadino dell’Eritrea, attualmente in asilo politico in Italia e assegnato ad una comunità di Perugia, ha deciso di cambiare aria ed è arrivato a Città di Castello dove è stato capace di entrare in una abitazione privata dopo avere danneggiato la porta d’ingresso dell’abitazione, quindi denudarsi per fare un bisogno corporale e coricarsi in un tappeto del soggiorno.

La proprietaria, con la sua bambina neonata mentre il marito era fuori per lavoro, ieri mattina è scesa dalle camere al vano giorno scoprendo l’intruso. La donna, quindi, si è messa a gridare chiedendo aiuto alle persone che abitano nelle vicinanze in pieno quartiere di San Giacomo. L’uomo è stato bloccato e nel frattempo è stato chiesto l’intervento degli agenti della polizia locale e anche il personale del commissariato tifernate, dove è stato accompagnato.

Dopo l’interrogatorio di rito, ha ricevuto una denuncia a piede libero per atti osceni in luogo privato e pubblico, visto che nello stesso pomeriggio nei pressi di una panchina si era di nuovo del tutto denudato. "In qualità di legale della famiglia coinvolta nell’episodio di violazione di domicilio da parte di un cittadino straniero titolare di protezione internazionale - si legge nella dichiarazione dell’avvocato Elisa Martinelli - esprimo profonda preoccupazione per quanto accaduto. È inaccettabile che persone accolte nel nostro Paese con lo status di rifugiato politico, e dunque beneficiarie della solidarietà e tutela dell’ordinamento italiano, contravvengano alle regole della civile convivenza, arrivando addirittura a ledere diritti fondamentali come quello all’inviolabilità del domicilio. La mia assistita e la sua famiglia, profondamente scosse dall’accaduto, chiedono che le istituzioni non restino indifferenti. È necessario che venga avviata una seria riflessione sul sistema di accoglienza e sull’effettiva capacità di integrazione di chi vi accede. Non si può più tollerare che, sotto il pretesto della protezione umanitaria, si creino situazioni di impunità o vuoti normativi che mettono a rischio la sicurezza dei cittadini. Confidiamo nell’operato della magistratura e delle autorità competenti, ma al contempo invitiamo le amministrazioni locali e centrali a intervenire con strumenti concreti, sia per garantire maggiore controllo sul territorio, sia per rivedere i criteri di permanenza e integrazione. Chiediamo che le istituzioni - conclude - proteggano le famiglie italiane, che hanno il diritto di sentirsi al sicuro nelle proprie case, e che venga riaffermato con forza il principio secondo cui l’ospitalità è un valore, ma non può mai essere disgiunto dal rispetto delle regole e della legalità".

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