Cronaca
Un'ondata di manomissioni delle carte d'identità elettroniche (CIE) sta scuotendo la zona di Bastia Umbra e Assisi, con la polizia di stato di Perugia che ha denunciato cinque persone per falsità materiale a seguito di controlli che hanno rivelato la rimozione dolosa del microchip dai documenti. I casi, registrati tra aprile e settembre 2025, sollevano interrogativi sulle possibili finalità illecite, tra cui l'ipotesi di clonazione delle identità.
Il primo episodio risale ad aprile, quando gli agenti del commissariato di Assisi sono intervenuti a Bastia Umbra per una lite familiare. Durante il controllo, la carta d'identità di una donna - classe 1975 e nota per precedenti legati a sostanze stupefacenti - presentava il microchip rimosso con una precisione quasi chirurgica. Il documento, non più conforme alla normativa, è stato sequestrato e la donna denunciata. A luglio, un caso simile si è verificato in un bar di Bastia Umbra, dove un 38enne pluripregiudicato per reati contro il patrimonio è stato identificato dopo aver molestato una dipendente. Anche in questo caso, la sua CIE risultava priva del microchip, senza che l'uomo fornisse spiegazioni. Il documento è stato ritirato e l'uomo denunciato. Ad agosto, durante un controllo in una sala scommesse di Bastia Umbra, un 29enne di origine marocchina, residente ad Assisi e con precedenti di polizia, ha esibito una carta d'identità manomessa, con il microchip rimosso dolosamente. Pochi giorni dopo, alla stazione ferroviaria di Assisi, un altro cittadino marocchino, classe 1975, residente nella zona e noto per guida in stato di ebbrezza, è stato trovato con un documento nelle stesse condizioni. Entrambi sono stati denunciati.
L'ultimo caso, avvenuto di recente, ha riguardato un 43enne originario di Frosinone, già noto per combustione illecita di rifiuti. Durante un controllo congiunto con la polizia locale in un bar di Assisi, l'uomo ha presentato una CIE gravemente danneggiata, spezzata a metà e priva del microchip. Anche per lui è scattata la denuncia. La rimozione del microchip, che contiene dati anagrafici e biometrici (foto e impronte digitali), compromette la sicurezza del documento e ne impedisce l'uso per i servizi digitali. Le autorità stanno indagando sulle motivazioni di queste manomissioni, sospettando che i documenti alterati possano essere utilizzati per attività illecite, come la clonazione di identità o altre frodi.
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