PERUGIA
Luana Pinti, trovata cadavere sulla E45 a due km e mezzo dal Red Zone
Il caso della morte di Luana Pinti corre veloce verso la riapertura. Dopo la notizia della volontà della sorella e della cugina di cercare di riattivare le indagini è stata presentata istanza formale alla Procura della Repubblica di Perugia per acquisire tutti gli atti dei vecchi fascicoli. Ad occuparsi della procedura l’avvocato perugino Massimo Brazzi, che assiste le parenti della 21enne morta travolta da tre auto nell’ottobre 1995 lungo la E45, a due km e mezzo dal Red Zone, dove quella sera era andata a ballare con gli amici. “Non è stato suicidio, riaprite il caso”, è l’appello della sorella, Talita Pinti.
Il cold case in piena regola sollevato da quest’ultima e dalla cugina Giorgia in queste colonne nei giorni scorsi ha visto l’interessamento quasi immediato dell’esponente del foro del capoluogo. L’avvocato Brazzi ha fatto sapere “che al momento stiamo raccogliendo tutti gli elementi per valutare a distanza di 30 anni come sono state condotte le indagini di allora”. Il legale ha coinvolto anche la criminologa Roberta Bruzzone. La stessa Talita ha avviato una raccolta fondi su GoFundMe. “Sono Talita Pinti la sorella di Luana, da noi chiamata Lulù, trovata morta in superstrada a pochi chilometri dal Red Zone, la sua amata discoteca. Era una ragazza vitale e molto allegra, sono passati molti anni, ma per noi il dolore è forte come allora. Non si sono mai trovati i responsabili. Io Talita, e la mia famiglia chiediamo giustizia. Ad oggi, grazie anche a nostra cugina Giorgia, vogliamo riaprire il caso, servono sostegni finanziari per sostenere spese legali. Vi ringrazio in anticipo e con il cuore” è scritto sulla piattaforma GoFundMe alla sezione “caso Luana Pinti”.
Con le nuove tecniche d’indagine si potrebbero tentare accertamenti più approfonditi, a cominciare dai profili genetici. I quesiti irrisolti in questa vicenda sono tanti ma il fascicolo che venne archiviato come suicidio.
Quella sera, come tante altre, Lulù - residente a Gubbio ma spesso a Roma ospite di amici - era andata a ballare nella discoteca di Casa del Diavolo (Perugia), con gli amici di sempre e il fidanzato, che lei stessa - ha fatto sapere la sorella - aveva lasciato da qualche giorno. Ad un certo punto abbandona tutto e tutti sulla pista, amici, borsa ed effetti personali, e si allontana.
La ritrovano qualche ora dopo senza vita a due chilometri e mezzo di distanza, direzione sud, sull’asfalto. Dopo una camminata in piena notte lungo la quattrocorsie. Una testimone, amica di Luana, ha rivelato di averla vista litigare animatamente con l’ex e lei stessa le avrebbe confidato che quella notte aveva un appuntamento in un parcheggio. Ma non le ha detto con chi.
Mesi dopo è stato stroncato carabinieri del Ros un imponente giro di droga tra Roma e Perugia, con un traffico di ecstasy che aveva coinvolto alcuni conoscenti di Luana. Le ragazze venivano “utilizzate” per fare entrare le pasticche dentro la pista, nascoste negli indumenti, per evitare i controlli. Che Lulù potesse essere stata ricattata o minacciata? Che a monte della sua morte vi sia stata una colluttazione? Tutte domande che meritano risposte più approfondite, dopo 30 anni di silenzio.
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