Cronaca
La professoressa è accusata di maltrattamenti
E’ accusata di maltrattamenti contro la studentessa di cui doveva prendersi cura come insegnante di sostegno, abusando dei suoi poteri, una professoressa del comprensorio spoletino. Il pubblico ministero Federica Filippi, sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Spoleto, ha chiuso le indagini nelle scorse settimane. La vittima, una giovane ragazza con disabilità affetta da autismo infantile e assistita dall’avvocato Antonio Francesconi, per mesi, secondo l’accusa, ha subìto minacce e comportamenti denigratori da parte dell’insegnante. Comportamenti che hanno portato la famiglia a depositare un esposto ai carabinieri che, immediatamente, anche grazie alle telecamere installate appositamente all’interno della scuola, sono riusciti a ricostruire la vicenda. L’insegnante, in particolare, sta scritto nel capo di imputazione, allontanava la ragazza dal resto dei compagni di classe “costringendola a trascorrere in solitudine l’orario scolastico all’interno di una stanza a lei dedicata, impedendole di intraprendere il previsto percorso educativo e di inclusione, disinteressandosi della minore e passando la maggior parte del tempo a guardare il suo telefono cellulare”.
In più occasioni, per allontanarla dall’aula dove i suoi compagni di classe svolgevano le lezioni, “la trascinava e strattonava verso la porta, facendola sbattere contro i banchi fino a farla cadere a terra o mandandola a sbattere contro lo stipite della porta provocandole dei lividi visibili in più parti del corpo”. Inoltre, “dopo averla fatta cadere a terra nel tentativo di allontanarla dalla classe la rialzava e le sferrava uno schiaffo al volto”. Gli episodi, elencati nel lungo capo di imputazione, raccontano di una situazione che sembrava non conoscere momenti di tregua. A inizio gennaio 2025 “durante una crisi della minore, per sottrarsi alla presa di quest’ultima le dava un pizzico sulla mano sinistra e mimava il gesto di darle uno schiaffo”; ancora il giorno successivo, dopo essere entrata “nella stanza di contenimento della minore che l’attendeva in prossimità del termosifone”, l’insegnante le afferrava il braccio sinistro trascinandola verso un cuscino che si trovava a terra, “spingendola con forza sullo stesso”. Lo stesso giorno, la giovane si era avvicinata alla docente mentre quest’ultima stava utilizzando il proprio cellulare, e “nel tentativo di avere un contatto con l’insegnante, le prendeva il polso destro, provocando la reazione immediata della docente che rimproverava la minore e le schiaffeggiava ripetutamente la mano sinistra per farsi lasciare il polso”.
A fine gennaio, per contenere una crisi della studentessa, “l’afferrava con forza sulla gamba e sulla mano destra per farla sedere sulla sedia, continuando a strattonarla e afferrarla per le mani per farla stare seduta, provocandole in tal modo dei graffi sul dorso della mano destra”, mentre il giorno successivo “la colpiva con uno schiaffo”. A febbraio invece la professoressa ha afferrato la giovane per i capelli per portarla nella stanza di contenimento e poi l’ha afferrata con forza “per farla alzare dal cuscino”, in modo che la minore si sedesse sulla sedia per poi rimproverarla, colpendola “con uno schiaffo sulla schiena, e, poi, sul dorso della mano”. Infine, il giorno successivo, “nel tentativo di contenere la crisi della minore e di medicarle una ferita”, la docente l’aveva schiaffeggiata su una coscia. Contattata dal Corriere dell’Umbria, l’avvocato dell’insegnante, Patrizia Frascarelli, non è voluta scendere nel merito della vicenda “perché ancora - ha dichiarato - c’è una memoria da predisporre. Il gip chiamato a valutare la gravità del fatto, in ordine all’applicazione o meno della misura interdittiva richiesta, l’ha rigettata perché non ha ritenuto che le vicende così come descritte configurassero il fatto ipotizzato”. Adesso la docente potrà chiedere di essere interrogata o depositare una memoria difensiva. Appare scontato il passo successivo della procura con la richiesta di rinvio a giudizio.
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