perugia
Intervento della polizia
Resta in cella, almeno per il momento, il 24enne di Castiglione del Lago, arrestato dalla Digos della questura di Perugia perché accusato di auto addestramento al terrorismo. Lo ha deciso nei giorni scorsi il gip, Margherita Amodeo, che in precedenza aveva emesso l’ordinanza di custodia cautelare, in virtù della quale, il giovane era stato portato in carcere. Il gip ha quindi rigettato l’istanza avanzata dall’avvocato Franco Libori, difensore del giovane, che aveva chiesto la scarcerazione o, in subordine, la concessione di una misura cautelare meno afflittiva, come gli arresti domiciliari. L’avvocato è deciso a proporre appello contro il rigetto della richiesta, intanto ha immediatamente depositato istanza al Riesame che tratterà il caso nell’udienza della prossima settimana.
In sede di interrogatorio di garanzia, il 24enne - accusato di essere auto addestrato scaricando centinaia di manuali per la fabbricazione di armi e di avere aderito a teorie suprematiste e anche islamiste - aveva dichiarato: “Sono solo un appassionato di storia militare, un curioso che si è voluto documentare su determinati periodi storici e determinati fenomeni a cui in parte, in un preciso lasso di tempo, ormai concluso, ho ideologicamente aderito. Ma non ho mai avuto alcuna intenzione di mettere in atto azioni terroristiche, né mi sono ‘auto’ addestrato in tal senso”. Il ragazzo aveva inoltre spiegato al gip che quell’ordigno artigianalmente assemblato, la cui creazione gli viene contestata dalla procura, altro non era che un “banale petardo, fatto scoppiare dentro un contenitore, in cui erano stati messi dei pallini, in occasione di un recente capodanno”. Insomma con nessuna finalità criminale, tanto che, ha detto al giudice “esiste pure un filmato su youtube in cui di vede chiaramente che io e il mio amico scherziamo”.
Secondo la procura invece - il fascicolo è in capo al sostituto procuratore Gennaro Iannarone - il 24enne non solo avrebbe scaricato migliaia di file di stampo suprematista, xenofobo e islamista, ma avrebbe anche prodotto lui stesso documenti in cui invoca “una guerra per fermare la sostituzione etnica in atto”. Non solo, i magistrati gli contestano anche di avere creato un ordigno artigianale usando polvere pirica e aumentandone il potere lesivo con oggetti aggiuntivi, e di avere scaricato e conservato dal web centinaia di manuali, anche video, sulla creazione di armi o pezzi di armi, anche grazie alle stampanti 3D. Fino ad ora si è parlato solo del suo coinvolgimento, ma dagli atti emerge che, almeno in una occasione, ha inviato in nasheed (inno alla jihad) a un’altra persona.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy