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Il 24enne arrestato per terrorismo: "Uccidiamo gli stranieri e preserviamo la razza bianca"

Gli scritti deliranti nel pc: "Prediamo esempio dall'Isis, dobbiamo morire e far morire per il nostro Paese"

Francesca Marruco

28 Maggio 2025, 07:28

questura perugia

Arresto eseguito dalla Digos della questura di Perugia

Eliminazione fisica degli immigrati per impedire quello che, nei canali online di gruppi di estrema destra da lui frequentati attivamente, viene definito “genocidio della razza bianca”. Affascinato e ispirato dai terroristi Anders Breivik e Brenton Tarrant, ne aveva scaricato e studiato i manifesti e in parte rielaborato le indicazioni dal manuale del terrorista nazionalista. Nel computer di casa, nell’insospettabile campagna del Trasimeno, il 24enne italiano, arrestato lunedì mattina dalla Digos di Perugia, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere con l’accusa di autoaddestramento al terrorismo, aveva conservato pure i video girati da Tarrant durante le stragi nelle moschee australiane di marzo 2019. Ma nel pc di un anonimo ragazzo di provincia, figlio di buona famiglia con aspirazioni (disattese) alla vita militare, la polizia ha trovato non solo centinaia di file di matrice suprematista e xenofoba - secondo quanto emerso, lui stesso avrebbe tradotto dal tedesco un testo proveniente dai manuali divulgati dalla propaganda del Terzo Reich finalizzati alla creazione di truppe naziste - ma pure migliaia di documenti contenenti immagini, scritti, video e inni alla jihad. Il 24enne di Castiglione del Lago, stando a quanto ricostruito dall’analisi dei dispositivi informatici sequestrati a casa sua nel corso della perquisizione disposta dal procuratore di Perugia, Raffaele Cantone e dal sostituto, titolare del fascicolo, Gennaro Iannarone, conservava in apposite cartelle, minuziosamente catalogate, riprese video di terroristi jihadisti impegnati in combattimenti, esecuzioni e immagini di propaganda islamista.


Un compendio quasi sterminato di matrice suprematista e jihadista tra cui anche un migliaio di file contenenti contenenti veri e propri manuali - anche in formato video - per la costruzione di ordigni esplosivi e per la creazione, grazie alla stampante 3D di parti di arma da fuoco. Tutto materiale che, secondo gli inquirenti - l’ordinanza di custodia cautelare è firmata dal giudice per l’udienza preliminare Margherita Amodeo - sarebbe stato sufficiente, anche per una persona inesperta, per creare un’arma. E, proprio nel cellulare che gli uomini della Digos di Perugia, alla guida del vice questore, Giovanni Di Biase, gli hanno sequestrato lo scorso settembre, il giovane - incensurato e inoccupato che viveva nella casa di famiglia - conservava fotografie di un ordigno che lui stesso aveva assemblato, partendo dalla polvere pirica contenuta nei comuni artifizi pirotecnici, a cui aveva aggiunto oggetti che, in caso di esplosione, ne avrebbero notevolmente accresciuto il potenziale lesivo.
La certezza che le foto siano riferibili a qualcosa da lui confezionato deriverebbe dal ritrovamento nella cartella delle fotografie scattate dal telefono e dal fatto che le immagini mostrerebbero la progressione dell’assemblaggio.
Al momento gli inquirenti escludono che il giovane - assistito dall’avvocato Franco Libori - fosse arrivato a un livello di progettualità, ma nei suoi scritti - nel fascicolo è finita messaggistica a lui riconducibile - invita a uccidere gli stranieri, anche con atti di genocidio nei confronti dei civili.


Nel mirino del presunto terrorista autodidatta non ci sono solo gli stranieri, ma anche lo stesso ordine democratico che, nei suoi scritti deliranti, va abbattuto da cellule rivoluzionarie. In questo senso, in una sorta di manifesto, chiamato Rivoluzione Futurista, il 24enne - e chi con lui condivideva la stessa idea - parla di imbracciare armi vere e creare cellule che abbiano bandiere nere con la scritta Futuristi che andranno “impregnate dal sangue dei martiri” e che dovranno “sventolare da Montecitorio bucate dai proiettili”. Nei file rinvenuti è lo stesso arrestato a scrivere di aver preso parte all’assalto alla Cgil del 9 ottobre 2021. Ma secondo la sua idea, quel giorno gli organizzatori sbagliarono decidendo di non arrivare al Parlamento perché “l’avremmo potuto prendere”. E’ proprio in questo delirante manifesto che si individua la saldatura tra terrorismo islamista e suprematismo xenofobo. Per il giovane in cella, che nei giochi online si vestiva da combattente dell’Isis e nelle prossime ore spiegherà la sua versione al gip durante l’interrogatorio di garanzia, i mujahidin “hanno insegnato a tutti la potenza di un mito annaffiato di sangue, dobbiamo imparare a morire e far morire per l’Italia” con una “guerra sacra” contro un “sistema malato”.

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