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Ferito a colpi di katana: amputato un secondo dito. In cella due aggressori. Caccia ai latitanti

Si tratta di quattro tunisini: sono stati individuati grazie ai video e riconosciuti dalla vittima

Francesca Marruco

28 Maggio 2025, 08:21

Aggressione a San Sisto: quattro in stato di fermo per tentato omicidio

Le tracce di sangue dopo l'aggressione

Sono quattro tunisini i responsabili dell’aggressione a colpi di katana, avvenuta a San Sisto la notte del 12 maggio scorso. Due di loro sono già in cella a Capanne, mentre gli altri due sono scappati, probabilmente all’estero, da diversi giorni. Per tutti l’accusa è di tentato omicidio. Nei confronti dei due già rintracciati dai carabinieri della compagnia di Perugia, è scattato il fermo di indiziato di delitto. Sono stati bloccati dai militari della compagnia di Perugia, alla guida della comandante, Roberta Cozzolino, nella mattinata di lunedì: il 38enne, è stato bloccato all’interno di un appartamento, mentre l’altro, di 10 anni più giovane, si è consegnato ai carabinieri. Irreperibili un 27enne e un 31enne, ma le loro ricerche proseguono sia a livello nazionale che internazionale.


Secondo le risultanze investigative degli accertamenti effettuati dai carabinieri - coordinati dal pm Anna Maria Greco - sarebbero loro i responsabili del grave episodio avvenuto nel parcheggio di via Albinoni, tra le poste e il supermercato quando un 28enne tunisino era stato in un primo momento investito con un’automobile e poi colpito ripetutamente con armi da taglio, tra cui una katana. Al giovane, che era stato immediatamente soccorso anche da alcuni residenti scesi dalle loro abitazioni, dopo aver sentito le urla, gli aggressori avevano tagliato di netto un dito. E poi, una volta ricoverato, i medici si erano visti costretti a recidere una seconda falange a causa delle profonde ferite riportate agli arti superiori con cui, secondo quanto emerso, aveva cercato di ripararsi dai colpi che miravano al volto.


I quattro tunisini, stando a quanto emerso, sono stati in un primo momento identificati grazie alle telecamere di videosorveglianza del supermercato e poi riconosciuti anche dalla vittima che, quella sera era in compagnia del fratellastro. L’aggressione, culminata coi colpi di katana, era cominciata lungo le strade di San Sisto: le due auto con a bordo le due bande si sono inseguite e poi, nel parcheggio, mentre uno è riuscito a mettersi in salvo a piedi, l’altro è stato braccato dei connazionali. Alla base del grave episodio criminale, che aveva destato molta preoccupazione tra i cittadini del quartiere e della città tutta, ci sarebbe stato un regolamento di conti legato al mondo dello spaccio. Tra l’altro, alcuni tra i tunisini coinvolti nell’episodio, hanno avuto anche un ruolo in aggressioni avvenute nei giorni precedenti sempre nello stesso quartiere. Come la rissa avvenuta alla stazione di servizio di Sant’Andrea delle Fratte e l’aggressione dei buttafuori in una discoteca della stessa zona avvenuta poche ore dopo.

Se oltre ad alcuni protagonisti comuni, ci siano anche ragioni collegate per i vari episodi, verrà stabilito nel prosieguo delle indagini dei carabinieri per quanto riguarda San Sisto e della squadra mobile per gli altri episodi avvenuti nella stessa zona. Il procuratore della Repubblica, Raffaele Cantone, nell’intervista esclusiva rilasciata al Corriere dell’Umbria dopo la trasmissione di Rete 4 aveva annunciato che sarebbe arrivata molto preso una risposta per i gravi fatti accaduti. Intanto stamattina i due arrestati compariranno dinanzi al giudice per la convalida del fermo.

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