Il caso
Disagi a non finire per i pendolari
“Si informa che per il treno Intercity 598 si prevede il prolungamento del provvedimento di inoltro in linea lenta, con un allungamento di percorrenza di circa 35 minuti, sino a fine orario”. Questa la comunicazione di Rfi che, in una precedente lettera di risposta al ministero delle Infrastrutture, scriveva: “Saranno vagliate soluzioni di sistema anche in relazione al treno 598”. Tanto è bastato per far montare l’indignazione tra i pendolari. “Quelle parole per molti non significano nulla - affermano - ma per chi viaggia su quel treno diventa una condanna a nuove giornate interminabili. La soluzione di sistema è questa: linea lenta ad oltranza, in barba al servizio pubblico, perché il treno 598 in Direttissima destabilizza, secondo quanto si legge tra le righe della suddetta comunicazione, il buon funzionamento della rete e il rispetto degli orari degli altri treni”.
Il comitato pendolari Roma-Firenze è sul piede di guerra anche per l’assenza di reazione delle istituzioni che, lamenta, “solo a parole stanno sostenendo questo tentativo di riportare il treno ad un tempo di percorrenza umano”. Dai referenti regionali erano arrivate rassicurazioni su un possibile re-instradamento in Direttissima a partire dal 28 aprile ma, dopo solo due ore, il coordinamento dei comitati pendolari umbri ha ricevuto, per conoscenza, la pec di Rfi, indirizzata alla direzione competente del Mit, con l’annuncio del prolungamento della percorrenza in lenta anche dopo il 25 aprile, termine ultimo inizialmente previsto, e almeno fino a giugno.
“Assordante il silenzio del Comune di Orvieto, a parte qualche annuncio di richiesta di incontro con il ministero, mai avvenuto sinora. Così come del primo cittadino: se è pur vero che c’è un assessore di competenza che si sta occupando della questione, in tutti questi mesi una parola di partecipazione sarebbe stata apprezzata”, incalzano i pendolari. Indignati anche del fatto che la politica dimentica che gli spostamenti avvengono anche perché “in Umbria e ad Orvieto non c’è lavoro per tutti”. “Viene da chiedersi - dicono - se esistano umbri di serie A e umbri di serie B”.
Anna Ascani, vicepresidente della Camera e deputata dem, intanto, annuncia una nuova interrogazione al ministro Salvini per sollecitare risposte e impegni concreti. “Non è accettabile - dichiara - che i pendolari siano costretti ad arrabattarsi per poter andare in ufficio o all’università. Così si mettono in ginocchio famiglie e cittadini. Il ministro risolva i problemi di sua competenza, che si aggravano giorno dopo giorno proprio per l’incapacità di chi dovrebbe dare per prima cosa ascolto alle difficoltà delle persone”. L’assessore comunale ai Trasporti, Gianluca Luciani, ribadisce che “così si penalizza solo il territorio orvietano. Nessuna soluzione alternativa è stata presentata per evitare i disagi. L’amministrazione civica è alleata dei pendolari non un loro nemico”. Anche il sindaco Roberta Tardani sta seguendo la questione e sono già in corso contatti con il Comune di Chiusi per un’azione congiunta. Secondo l’assessore Luciani “sono inaccettabili le decisioni di Rfi e non sono più giustificabili l’inerzia e i ritardi della Regione Umbria nella riattivazione del tavolo tecnico di confronto con le istituzioni ferroviarie per affrontare e risolvere le criticità dei collegamenti sul nostro territorio”.
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