Il caso
Caos treni per colpa dei lavori
Continua il calvario dei pendolari umbri. Ogni giorno è un'odissea: martedì scorso, tanto per fare un esempio, sulla linea ad alta velocità Firenze-Roma, si sono registrati pesanti rallentamenti. Dalle 10.37 del mattino, infatti, la circolazione, già ridotta tra Valdarno e Arezzo a causa di un problema tecnico, ha registrato forti disagi, con rallentamenti medi di 30 minuti per 28 treni ad alta velocità, arrivando fino a 70 minuti di attesa. Gianluigi Giusti, portavoce del coordinamento dei comitati pendolari umbri, sottolinea che la situazione è critica in tutta la regione, ma in particolare nell'area dell'Orvietano. Sergio Fortini nel suo TardaTreno, il rapporto sulla puntualità dei treni in servizio nelle stazioni dell’Umbria che viene pubblicato sul sito del Coordinamento, ha preso in esame gli undici giorni dal 7 al 17 gennaio: i numeri non lasciano scampo. Nove giorni di ritardo su undici per il treno che parte da Roma Termini alle 19 e arriva a Perugia alle 21.39 con un ritardo massimo che ha toccato i 70 minuti e una media di 25. Punte di 151 minuti di ritardo (mercoledì 8) o, addirittura, di 158 per il treno da Firenze Santa Maria Novella delle 15.14 con arrivo a Roma Termini alle 19.30 e per quello in partenza da Roma Termini alle 20.05 con arrivo previsto a Firenze alle 23.50. I lavori in corso sulla linea dell’alta velocità termineranno solo il 4 marzo, sino ad allora saranno giorni di passione.
Il coordinamento dei comitati dei pendolari sta preparando un report da inviare a Trenitalia, alle Regioni Umbria e Toscana e a Rfi per individuare soluzioni da attuare in corso d’opera. Il coordinatore Gianluigi Giusti già prima che iniziassero gli interventi aveva inoltrato alla direzione regionale di Trenitalia suggerimenti anti caos che però non hanno avuto attuazione. “Con riferimento, in particolare, agli interventi di mitigazione dei disagi che avevamo ipotizzato per il bacino Orvieto-Chiusi – evidenzia Giusti – ci è stato addirittura detto che ‘pur valutati dal punto di vista tecnico, a causa delle ricadute sulla mobilità in altri bacini, non sono risultati attuabili’. Con buona pace dei diritti dei viaggiatori che sembrano coinvolti in una vera e propria guerra dei poveri che non porta nulla”. Gianluigi Giusti rimarca che così alcuni convogli sovraregionali da e per Firenze sono limitati in arrivo e in partenza ad Orte, la maggior parte degli Intercity, come anche dei Regionali veloci, nonostante siano convogli con obbligo di servizio pubblico, sono canalizzati sulla linea lenta, a tutto vantaggio dei treni Alta velocità che invece sono servizi a mercato. “Come coordinamento dei comitati dei pendolari umbri continueremo a vigilare valutando anche eventuali azioni di tutela”.
Intanto mercoledì 22 gennaio, i pendolari dovrebbero incontrare il nuovo assessore regionale a Infrastrutture, Mobilità e Trasporti, Francesco De Rebotti al quale verrà fatta presente l’agonia che stanno vivendo in questo particolare momento i viaggiatori dell’Umbria. Anche l’assessore ai Trasporti del Comune di Orvieto, Gianluca Luciani, ha chiesto un faccia a faccia con l’assessore De Rebotti per fare fronte comune sulla questione. Quella di mercoledì potrebbe essere l’occasione giusta.
Ad auspicare che venga riaperto il tavolo di concertazione tra Comune, Regione e Imprese Ferroviarie è il comitato dei pendolari Roma- Firenze che evidenzia come gli orvietani siano doppiamente penalizzati in questa situazione di disagio perché gli Intercity, che fermano a Orvieto, “subiscono rallentamenti e significativi aumenti dei tempi di percorrenza, dovuti ad un sistematico instradamento sulla linea convenzionale tra Settebagni e Orte (da orario sono stimati 20 minuti, ma nella realtà quasi quotidianamente diventano 30 o 40 minuti), ma la stessa cosa capita anche ai Regionali Veloci ai quali, a volte, viene pure limitata la tratta”.
Disagi infiniti che non incentivano l’utilizzo del treno. Sarà per questo che secondo l’ultimo rapporto Pendolaria 2025, l’Umbria è una delle poche regioni dove negli ultimi 15 anni è diminuito di un buon 8% il numero dei viaggiatori.
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