La polemica
L'ex governatrice dell'Umbria Donatella Tesei
“È veramente difficile stare dietro ai numeri della presidente Proietti che in questi giorni non ha fatto altro che mistificare la realtà”. Così Donatella Tesei, ex governatrice e portavoce dell’opposizione (quota Lega), rilancia l’operazione verità sui numeri della sanità e la stangata fiscale (che “non serve”) voluta dalla giunta di centrosinistra. Troppe “falsità e menzogne”.
- Tesei, sono girati tanti numeri. Buoni per il Lotto, aveva detto lei...
Invito i giornalisti a ricordarsi quello che ha affermato la presidente Proietti in queste settimane. E’ partita con 243 milioni fatti passare come buco - cosa gravissima, in realtà è il passivo di aziende sanitarie e ospedaliere che è presente in tutte le regioni d’Italia - poi ha aggiunto i 153 della gestione sanitaria accentrata ed è arrivata a -90 milioni. Così ha detto al Mef, con una manovra da 323 milioni in tre anni fatta passare come scudo contro il commissariamento. Ebbene il Mef l’ha smentita, altra cosa gravissima, il disavanzo reale è di 34 milioni. Non potevano non essere considerati payback farmaceutico (28 milioni) e premialità (33 milioni). E sul resto si dovrà negoziare, trattare. Questa è la politica, questo è quello che abbiamo fatto noi e anche chi ci ha preceduto. Non si fa politica dando i numeri al Lotto, i cittadini sono disorientati. Questo è procurato allarme.
- E’ una cosa pesante quella che dice...
E’ procurato allarme giustificare una manovra da 323 milioni in tre anni, con lo spettro del commissariamento, che non esiste perché prima di questa eventualità c’è il piano di rientro. La regione Puglia, ad esempio, è in piano di rientro dal 2010, non ne è ancora uscita e non è stata commissariata. Di più: le aliquote previste dalla manovra Proietti sono più alte di quelle che applicherebbe lo Stato in caso di commissariamento.
- Perché queste “falsità”, dice lei, sui numeri?
Tra le cose gravi questa è di particolare rilievo: è stata indetta una conferenza stampa per fare chiarezza, con il presupposto che il deficit era di 90 milioni, il tutto a detta della presidente Proietti supportato da una relazione di un ‘ente certificatore di parte terza’. In quella occasione, 26 marzo scorso, sono state presentate delle slide omettendo la pagina 5 del report Kpmg, pagato 160 mila euro, in cui si dice che il deficit è -34 milioni, guarda caso la cifra che poi ha certificato il Mef. Alla conferenza stampa la presidente Proietti aveva già la relazione sintetica di Kpmg comprensiva della pagina 5, ma pur di far passare la stangata con lo spauracchio dei -90 milioni e lo spettro fasullo del commissariamento, ha omesso di presentarla.
- In realtà ora Palazzo Donini dice che lo sbilancio è di 73 milioni, ci sono i 39 del fondo di dotazione...
Altro dato non corretto. Il fondo è altra cosa dal disavanzo e parte dal 2013 ed effettivamente nel corso degli anni si è assottigliato, a partire dal 2014. Riguarda le immobilizzazioni patrimoniali di Usl 1 e 2 principalmente. C’è la possibilità di rateizzare il rifinanziamento. Già è emerso che si farà una rateizzazione di tre anni, ma si può negoziare anche un periodo più lungo: e tutto è oggetto di trattativa. Ecco che i 73 milioni diminuiscono notevolmente perché per la chiusura del bilancio 2024 va sommata alla cifra di 34 milioni solo la quota parte relativa all’importo rateizzato, non l’intera somma. Resta in piedi la trattativa del payback sui dispositivi medici. Ma quel che è peggio è che non è stato fatto alcun lavoro di revisione e verifica, se vi fossero partite e fondi da recuperare, come invece abbiamo sempre fatto noi e a dire la verità anche i nostri predecessori. Su un bilancio di quasi 2 miliardi, come quello umbro, trovare 34 milioni non è impresa impossibile. Tra le tante falsità ci sono anche le verità omesse: c’è stato per il 2024 un aumento del fondo sanitario di 50 milioni circa ed è previsto un ulteriore incremento in finanziaria sia per il 2025 che per il 2026, proprio per accompagnare un periodo di riforme senza pesare sulle tasche di cittadini e imprese.
- Riforme che non avete fatto...
Non è vero, le abbiamo iniziate. Ricordo che siamo partiti che c’erano i commissari per la loro Sanitopoli, dopo gli arresti, i concorsi erano bloccati e l’80% dei primari erano facenti funzione. Per questo si è incrementata la mobilità passiva, non dimentichiamolo. Fino a tutto il 2022 siamo stati bloccati dal Covid. Gli accordi tra gli ospedali di Terni e Narni-Amelia da una parte sono operativi dal gennaio 2024 e comunque abbiamo messo in legge, la cosiddetta omnibus, l’integrazione dell’ospedale di Terni con Narni-Amelia e Domus Gratiae e dell’azienda ospedaliera di Perugia con Pantalla. Abbiamo avviato il terzo polo, così come le reti cliniche fra presidi sanitari, quindi bisogna proseguire con le riforme.
- Poi però ci sono i 40 milioni di tagli del governo...
Si tratta della compartecipazione alla finanza pubblica che c’è sempre stata e che è stata sospesa solo sotto Covid. Ma anche qui c’è un tavolo aperto per negoziare. La proposta delle Regioni su cui c’è un’apertura prevede di accantonare queste somme e se hai bilanci regionali in equilibrio le puoi utilizzare l’anno dopo per investimenti.
-Insomma la manovra non serve secondo lei...
Tutti gli anni è stato faticoso arrivare a un riequilibrio ma io non ho messo mai un euro in più di tasse. Sappiamo qual è la situazione di stipendi e pensioni in Umbria. Per questo abbiamo messo 30 milioni per la legge sulle famiglie e abbiamo attivato bandi su bandi in sostegno di cittadini e imprese: se poi facciamo questa manovra devastante tutto si vanifica. Questa manovra serve per altre cose, c’è scritto chiaramente in delibera: si mette in discussione il livello dei servizi essenziali. Poi si fa elenco delle attività da finanziare, tutte diverse dalla sanità, fino al cofinanziamento dei fondi Ue: qui lo ricordo ho lasciato 61 milioni che servono per tutto il cofinanziamento del Fesr. Per il resto si dovrebbe fare come si è sempre fatto: le risorse si trovano sui tavoli e nelle interlocuzioni a livello statale e europeo. Questo è il vero compito della politica, troppo comodo dire ‘mi faccio il tesoretto’ sulla testa e le tasche di cittadini e imprese. È troppo facile. Servono riforme non ideologiche, come quelle che abbiamo iniziato noi, non servono manovre lacrime e sangue...
- Dimentica i 14 milioni di Arpa.
Ennesima menzogna: i 14 milioni ci sono, sono stati accantonati da noi in bilancio, in via ‘prudenziale e cautelativa’, dopo il ritiro della manovra e successiva predisposizione della legge di bilancio: è la delibera n. 716 del 18 luglio 2024. Un presidente di Regione non può dire che deve trovare 14 milioni quando sono stati già accantonati in bilancio.
- Liste d’attesa?
Noi facevamo report e fornivamo dati con cadenza regolare. Oggi un dato ufficiale non c’è ma viaggiamo su cifre che sono più del doppio di quelle che ho lasciato io. Infine voglio citare l’ultimo monitoraggio Lea sul 2023 fatto dal ministero della Salute: siamo tra le prime cinque regioni benchmark italiane. Altro che sanità distrutta e buco nei conti.
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