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Perugia

"Stai parlando con un morto", la chat dell'orrore tra Andrea, il coetaneo arrestato e altri giovani

Nessuno ha chiamato aiuto, erano solo preoccupati di non essere identificati

Francesca Marruco

17 Marzo 2025, 17:07

"Stai parlando con un morto", la chat dell'orrore tra Andrea, il coetaneo arrestato e altri giovani

"Stai parlando con un morto" ha scritto nella chat dell'orrore il non ancora 19enne romano, arrestato stamattina lunedì 17 marzo per istigazione e aiuto al suicidio, nell'ambito dell'inchiesta sulla morte dello studente di informatica di Lanciano, Andrea Prospero. Lo ha scritto quando nel canale Telegram è entrato un altro giovane al quale ha spiegato che Andrea si era appena suicidato ingerendo ossicodone, Oxy, come lo chiamano i ragazzi, e xanax. Una chat terribile in cui, come ha sottolineato anche il procuratore capo di Perugia, Raffaele Cantone, i due giovani non pensano a salvare la vita ad Andrea ma a come non finire identificati. Il loro timore infatti è che il telefono del 19enne trovato morto il 29 gennaio in un monolocale di via del Prospetto, prima o poi sarebbe finito nelle mani degli inquirenti e che quindi sarebbero arrivati a loro. Un dialogo terribile, inquietante, disumano, in cui il giovane romano - con precedenti per spaccio e porto di oggetti atti a offendere - quando Andrea non scrive più, digita "E' morto veramente".

Solo pochi minuti prima lo studente di Informatica gli aveva mandato una fotografia dei farmaci. Un blister piegato ancora pieno di pastiglie di Oxy e lui gli diceva "mangiale tutte, non togliere la plastica, così muori". Erano le 12.40 del 24 gennaio. Alla sorella Anna, che lo aspettava a mensa come tutti i giorni, aveva appena detto che di lì a poco l'avrebbe raggiunta. E invece stava già ingoiando pasticche che lo avrebbero portato alla morte.

Nei venti minuti di conversazione precedente, Andrea, che nei mesi precedenti gli aveva chiesto più volte come avrebbe potuto uccidersi "senza soffrire", sembra titubante, cerca conforto, incoraggiamento addirittura. La risposta del 19enne romano adesso ai domiciliari, che si rivolge a lui anche in malo modo, è agghiacciante: "Prendi tutto e bevici una bottiglia di vino, cinque minuti e muori". 

Andrea, che come sostengono la famiglia e i suoi avvocati, forse pensava di aver trovato un amico e un confidente, ha trovato invece qualcuno che, stando a quanto emerge dagli elementi raccolti nell'indagine della squadra mobile e della polizia postale di Perugia, lo ha spinto in un abisso ancor più profondo. Il 19enne gli raccontava il suo male di vivere: l'ansia per l'università, l'ostello che non gli piaceva, la mensa che lo metteva a disagio. Lui stesso, aveva spiegato che uscire dalla sua comfort zone, per lui era molto complicato. Impossibile e doloroso. E allora, da lì, l'intenzione di farla finita. Nei mesi scorsi con lo stesso ragazzo finito ai domiciliari, aveva parlato di altri modi per uccidersi. Tra questi anche la corda, trovata nel monolocale in cui Andrea è stato trovato cadavere. Ma il 19enne aveva paura di soffrire e anche di sopravvivere. "Prendi l'Oxy e prima di morire è come stare in Paradiso". 

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