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Beykush Winery, vino ucraino dal fronte: bottiglie sotto le bombe. Una storia di resistenza

Il premio del Corriere dell'Umbria, Tralci di vita, consegnato alla cantina a Città di Castello ad Only Wine. L'enologo Bisso: "Grati a nome di chi rischia ogni giorno"

Federico Sciurpa

28 Aprile 2025, 13:07

Beykush Winery, vino ucraino dal fronte: bottiglie sotto le bombe. Una storia di resistenza

Beykush Winery non è solo un produttore di vino. E il Corriere dell’Umbria ha premiato con Tralci di vita, ad Only Wine a Città di Castello, l’azienda che con i suoi valori va oltre l’eccellenza di una bottiglia. Perché il vino non è solo “qualcosa da bere”. Beykush, cantina ucraina, è infatti un simbolo di come la cultura e l’identità possano resistere, innovare e persino prosperare anche nei momenti più bui.

In ogni bottiglia si ritrova il coraggio, la creatività e la speranza di un popolo che, pur sotto il fuoco, non smette di guardare al futuro. Il premio è stato ritirato dall’enologo e consulente della cantina, Bisso. Consegnato dall’editore gerente, Francesco Polidori, il riconoscimento all’esordio è stato presentato dal direttore Sergio Casagrande e le motivazioni illustrate dal vice direttore Federico Sciurpa.


“Vi ringrazio anche a nome dei ragazzi ucraini, donne e uomini, che oggi non possono essere qui, siamo onorati per questo riconoscimento”, ha detto Bisso con la targa stretta fra le mani, la platea della Sala del camino di Palazzo Vitelli a Sant’Egidio in piedi dopo un lungo applauso. I loro sono vini dal fronte.

Nel cuore della regione di Mykolaiv, sulle rive del Mar Nero, Beykush Winery è una delle realtà vinicole più dinamiche e innovative dell’Ucraina. Fondata nel 2010 dall’imprenditore Eugene Shneyderis, la cantina si estende su una penisola lambita dalle acque, a soli cento metri dal mare: posizione tanto suggestiva quanto strategicamente delicata. Questa terra, oggi simbolo di resistenza, è divenuta suo malgrado uno dei teatri della guerra che dal 2022 sconvolge il paese.
Sin dai primi giorni dell’invasione russa, la regione di Mykolaiv è stata oggetto di intensi bombardamenti. Beykush Winery si trova a ridosso della linea del fronte, in una zona che ha subito attacchi ripetuti e vive costantemente sotto la minaccia delle artiglierie. Nei primi mesi del conflitto, il lavoro nei vigneti e in cantina è stato sospeso per ragioni di sicurezza; solo successivamente, con l’adattamento a una “nuova normalità”, le attività sono riprese, seppur con estrema cautela. “Ci sono ancora molti bombardamenti, ma i nostri vigneti sono appena fuori dalla portata dei razzi”, ha raccontato Svitlana Tsybak, CEO di Beykush e presidente dell’Associazione dei viticoltori artigianali ucraini, a un giornale di fama internazionale specializzato.

Le difficoltà logistiche per fare vino e trasferirlo, anche a Città di Castello al salone delle piccole cantine e giovani produttori, sono state enormi. Oltre al rischio diretto dei bombardamenti, la distruzione delle infrastrutture ha causato carenze di materiali essenziali, come le bottiglie, con la principale vetreria nazionale che è stata colpita. Beykush però, non si è fermata: ha prodotto ed esportato i propri vini, che oggi raggiungono anche i mercati internazionali.
Beykush Winery ha una vocazione sperimentale. I suoi 11 ettari di vigneto ospitano una sorprendente varietà di vitigni: dai classici internazionali Chardonnay, Pinot Grigio, Riesling, Sauvignon Blanc e Merlot, ai georgiani Rkatsiteli e Saperavi, fino a varietà più rare ed esclusive come il portoghese Alvarinho, il sudafricano Pinotage. Una delle eccellenze è soprattutto il Timorasso, vitigno piemontese qui reimpiantato grazie all’enologo Bisso. Anche uve autoctone, come il Telti-Kuruk, bianco aromatico dalle origini turche, e l’Odesa Black, rosso intenso e speziato,considerato il futuro portabandiera dell’enologia ucraina.


Le etichette di Beykush sono spesso blend non convenzionali, frutto di un approccio che reinterpreta le tecniche occidentali adattandole alle peculiarità locali. Tra i vini più rappresentativi spiccano il Lerici al Mar Nero (Timorasso), l’orange wine da Rkatsiteli e i rossi da Merlot, Cabernet Sauvignon, Malbec, Tempranillo e Saperavi.

La storia recente di Beykush Winery, ed è questo il senso del premio che il nostro quotidiano ha istituito, è un esempio emblematico della resilienza ucraina. Nonostante la guerra, la cantina ha mantenuto la produzione, vinto premi internazionali, partecipato a fiere di settore e sostenuto attivamente la comunità locale, anche attraverso donazioni e iniziative di solidarietà. “Rispetto a molte altre aziende, noi siamo fortunati”, afferma il team di Beykush, consapevole che altre realtà sono state occupate o distrutte, come la storica Prince Trubetskoi Winery nella vicina Kherson, oggi disseminata di mine e inaccessibile.


Questa zona tra Odessa e il Mar Nero, vive quotidianamente sotto la minaccia dei bombardamenti. E’ teatro di combattimenti feroci: pochi giorni fa, vicino alla cantina, il fuoco incrociato ha abbattuto quattro elicotteri militari russi. Rischio costante lavorare nei vigneti. Gli agronomi tentano di potare le viti tra le esplosioni, mentre il personale vive nell’ansia e nella paura. Alcuni lavoratori sono stati colpiti durante le operazioni in vigna. La priorità della cantina è oggi la sicurezza delle persone e la produzione prosegue solo quando possibile. Beykush si è anche impegnata nel sostegno umanitario e nella raccolta fondi per l’esercito e la popolazione civile. La cerimonia di premiazione di Tralci di vita che è stato assegnato alla cantina, ha visto gli appassionati interventi di Sandro Camilli, presidente nazionale Ais, Dominga Cotarella (Terranostra, Coldiretti) e del sindaco di Città di Castello, Luca Secondi. Presenti, fra gli altri rappresentanti istituzionali, il presidente della Provincia di Perugia, Massimiliano Presciutti, la consigliera regionale Letizia Michelini e l’assessore comunale di Città di Castello, Letizia Guerri. E’ intervenuto l’ideatore e organizzatore di Only Wine, Andrea Castellani.

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