Il fatto del giorno
Papa Leone durante l'assemblea della Cei (foto Vatican Media/LaPresse)
“Sono contento di questa mia prima sosta, seppur brevissima, ad Assisi, luogo altamente significativo per il messaggio di fede, fraternità e pace che trasmette, di cui il mondo ha urgente bisogno”. Con queste parole Leone XIV ha salutato i quasi 300 vescovi italiani alla Porziuncola di Santa Maria degli Angeli, per la conclusione dell’81esima assemblea generale della Cei. Il pontefice ha incontrato i presuli italiani nel luogo “dove San Francesco ricevette dal Signore la rivelazione di dover vivere secondo la forma del santo Vangelo”. “Guardare a Gesù - ha aggiunto - è la prima cosa a cui anche noi siamo chiamati”.
Al suo ingresso nella basilica angelana il Papa è accolto dagli applausi: prima del saluto ai vescovi, si dirige verso la Porziuncola portando un mazzo di rose gialle e bianche. Un gesto che ricorda quando Francesco si gettò su un rovo di rose con spine - che caddero per non ferirlo - e come ringraziamento il Poverello portò delle rose senza spine alla Madonna degli Angeli. Dopo un momento di preghiera, il discorso ai vescovi: “La Parola e lo Spirito ci esortano ancora ad essere artigiani di amicizia, di fraternità, di relazioni autentiche nelle nostre comunità”, l’auspicio del Papa, che ieri ha ricordato la necessità di promuovere pace, dignità umana e cultura del dialogo per una “Chiesa collegiale”. E tra un accenno agli accorpamenti delle diocesi, alla necessità di “comunità cristiane aperte, ospitali e accoglienti, nelle quali le relazioni si traducono in mutua corresponsabilità a favore dell’annuncio del Vangelo”, non manca un invito a combattere l’inerzia che rallenta i cambiamenti, e a “imparare a congedarsi”, rispettando la norma dei 75 anni per la conclusione del servizio degli Ordinari (appunto i vescovi) nelle diocesi. E ancora, “educare ad abitare il digitale in modo umano”, ma anche “dare attenzione ai più piccoli e vulnerabili e alle vittime degli abusi”. Il tutto sull’esempio di San Francesco “che - ha concluso il Papa - in questo luogo, con i primi frati, visse appieno quello che, con linguaggio odierno, chiamiamo ‘stile sinodale’. Possa l’esempio di San Francesco dare anche a noi la forza per compiere scelte ispirate da una fede autentica e per essere, come Chiesa, segno e testimonianza del Regno di Dio nel mondo”. A seguire l’incontro con i minori, ai quali ha promesso: “Tornerò ad Assisi nel 2026”.
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