L'ESPERTO
Tiziana Di Benedetto, nutrizionista e biologa a Terni
Tiziana Di Benedetto, biologa e nutrizionista con studio a Terni che tiene una rubrica sull'inserto Scuola & lavoro, interviene sul Bed (Binge eating disorder) il disturbo del comportamento alimentare caratterizzato da perdita di controllo sul cibo, la cui causa va ricercata in problemi di natura per lo più psicologica. Questa la sua analisi.
"Purtroppo non è scontato che le persone vicine riescano ad accorgersene, dato che questo disturbo differisce dagli altri dello stesso genere per l’assenza di metodi compensatori quali vomito autoindotto, utilizzo di diuretici e lassativi per liberarsi dal cibo e per la mancanza di attività motorie compulsive, come invece succede per l’anoressia. Il disagio si manifesta con un’alimentazione incontrollata, indirizzata al cibo in eccesso piuttosto che a una sua restrizione, con una alterazione della visione della propria immagine corporea, la cui percezione non conduce però ad una consapevole riduzione del cibo, ma, al contrario, evolve in continue abbuffate seguite da pentimento. Il binge eating desorder conduce purtroppo all’obesità, alla steatosi epatica alimentare non alcolica, ad irregolarità mestruali nelle donne e a disturbi gastrointestinali. E’ interessante capire come si manifesti, per aiutare quanto più precocemente gli adolescenti che ne siano colpiti. L’abbuffata è senza dubbio il segnale, ma di certo , comunque, non tutti coloro che mangiano tanto ne sono affetti; bisogna quindi prestare attenzione a comportamenti peculiari come imbarazzo, vergogna, disgusto verso il cibo ingurgitato in eccesso e soprattutto non sottovalutare la sicurezza (fasulla) di poter smettere a proprio piacimento. Ancora una volta famiglia e scuola sono al primo posto per carpire eventuali campanelli d’allarme in fase precoce.
Oltre che ingurgitare quantità eccessive di cibo, spesso senza fame, si tende a fare scorpacciate di cibi spazzatura, acquistati lontano da occhi indiscreti ed altrettanto di nascosto consumati, per poi sentirsi in colpa; si innesta così un circolo vizioso dal quale non si esce da soli. Ecco perché la presenza di figure professionali diverse risulta indispensabile per guarire. Il medico, lo psicoterapeuta e il nutrizionista possono fornire al paziente strumenti per riconoscere le proprie emozioni, per comunicarle e per individuare alternative alla loro gestione. Il problema acquisisce una notevole importanza, tenuto conto che le statistiche parlano chiaro; mentre per le anoressie e le bulimie nervose il rapporto tra femmine e maschi è di 9:1, per il binge eating sale a 6:4 con aumento per i maschi, sempre più interessati da questo problema. Desidero infine fare riferimento ad un altro disturbo, purtroppo sempre più frequente tra i nostri ragazzi e cioè il binge drinking cioè l’assunzione di bevande alcoliche in grande quantità e in un tempo abbastanza limitato.
Questa pratica è deleteria ai fine della salute, predisponendo al cancro ed alle malattie cardiovascolari, a problemi di salute mentale e di dipendenza dall’alcol, oltre, naturalmente, al pericolo di mettersi alla guida in condizioni di non lucidità, con rischio per la vita propria ed altrui. Oltretutto, è aumentato anche il numero dei minori che passano allo sballo con l’alcol per dimostrare di essere grandi. Sento il dovere di ricordare, per concludere, che il cibo ed il buon vino sono mezzi per vivere in convivialità non per diventare strumenti di sballo o, peggio ancora, di morte. Ricordarlo sempre ai nostri ragazzi non è mai troppo".
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