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Ad Assisi splende la vela di San Matteo. L'architetto Giannetti: "Un onore e un'emozione aver curato i lavori". Il racconto dell'opera inaugurata nella Basilica di San Francesco

Lo spoletino ha spiegato come è stata realizzata la proiezione

Gabriele Burini

08 Ottobre 2025, 09:22

Ad Assisi splende la vela di San Matteo. L'architetto Giannetti: "Un onore e un'emozione aver curato i lavori". Il racconto dell'opera inaugurata nella Basilica di San Francesco

Stefano Giannetti e, sullo sfondo, la volta da lui restaurata

Quando il terremoto del 26 settembre 1997 fece crollare la volta della Basilica di San Francesco ad Assisi, Stefano Giannetti aveva da poco compiuto 13 anni. Oggi, che di anni ne ha 41 e di professione fa l’architetto, si dice “emozionato e onorato”. Sì, perché la vela di San Matteo tornata a splendere sabato 4 ottobre, nel giorno in cui si festeggia il Poverello, porta la firma del professionista spoletino, legale rappresentante della società Ikare a cui è stato commissionato il lavoro dalla Galleria nazionale dell’Umbria.
“Si tratta di un’opera di projection mapping, una tecnica che a partire dalle prime sperimentazioni degli anni ’80 e ’90 trova una buona diffusione negli anni 2000 – spiega Giannetti al Corriere dell’Umbria – Qui, però, ci sono alcune particolarità. La prima è geometrica, perché la volta a crociera è tridimensionale e bisogna adattare la proiezione alle tre dimensioni. La seconda è figurativa, perché si tratta di una ricostruzione di opera d’arte di Cimabue della quale sono rimasti una nuvola di frammenti e solo due fotografie prima del crollo, scattate entrambe dalla stessa posizione. Quindi, selezionata l’area da ricostruire, è stato necessario individuare il punto di scatto delle foto con precisione geometrica”. L’architetto ha quindi fatto il rilievo 3D per poi proiettare la fotografia storica sulla volta. “Ma la geometria attuale essendo frutto di una ricostruzione, è per forza di cose leggermente diversa da quella storica, quindi abbiamo dovuto adattarci alle piccole differenze tra l’affresco storico e i lacerti riposizionati nella volta attuale. Testurizzato il modello tridimensionale e calcolato il punto da cui proiettare, siamo passati a una fase di test proiettando direttamente in basilica, apportando gli ultimi ritocchi e perfezionando il colore”.

L’opera, voluta fortemente dal ministro della Cultura Alessandro Giuli, è stata commissionata alla Ikare la scorsa estate da Costantino D’Orazio, direttore dei Musei nazionali dell’Umbria. Un intervento, dunque, di pochi mesi in cui “ho passato giorno e notte per ricostruire quest’opera mancante – ha aggiunto Giannetti – Non era la prima volta che facevo un lavoro del genere, ma è stata la prima esperienza nella mia regione. È stato emozionante, perché negli anni mi sono specializzato in architettura gotica e, fin da piccolo, Assisi è stato uno dei luoghi che mi ha fatto innamorare di questa disciplina. Questo lavoro ha rappresentato la perfetta sintesi di un percorso che dal terremoto del ’97, attraverso le tappe formative dell’Università e del Dottorato, ha trovato compimento in un giorno così particolare, in un luogo così particolare, alla presenza dei più importanti rappresentanti delle istituzioni (della governatrice Proietti, della premier Meloni e dello stesso ministro Giuli), e in un contesto storico e artistico così significativo: è stato qualcosa di unico”.

Il lavoro di Giannetti è stato particolarmente apprezzato sia dal capo del Governo, sia dal ministro, che ha pure fatto un post su Instagram per celebrare il restauro: “Dietro a tutto questo c’è una sola parola: amore – si legge nel post di Giuli – Amore per la bellezza, amore per la spiritualità, amore per la cultura, che è il nostro dovere, la nostra missione civile e morale”. La proiezione – il giorno dell’inaugurazione l’accensione è stata resa possibile anche in accordo con la Rai che trasmetteva in diretta la messa e ha gestito diversamente le luci all’interno della Basilica – rimarrà visibile almeno per tutto il 2026, anno delle celebrazioni dell’ottocentenario dalla morte di San Francesco.

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