Attualità
La presentazione della Marcia a Roma
Il conto alla rovescia per la Marcia della pace più grande di sempre è iniziato. Ieri mattina, nella sede dell’Associazione della stampa estera in Italia, a Roma, sono stati presentati l’edizione in programma domenica, che avrà il motto Imagine all the people, e tutti gli eventi collaterali che prenderanno il via giovedì con l’Assemblea dell’Onu dei Popoli, che trasformerà Perugia in un grande Cantiere della pace.
Il presidente della Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace, Flavio Lotti, ha aperto la conferenza ricordando tutti i giornalisti vittime delle guerre.
Poi, ha spiegato come “dal 22 settembre è iniziata la rivolta delle coscienze, noi abbiamo bisogno di capire cosa possiamo fare. Stiamo vivendo una situazione nuova, da due settimane. Fin qui, invece, siamo stati guidati da tre parole: crudeltà, complicità (il governo italiano è responsabile per non aver agito per impedire e fermare il genocidio a Gaza e la guerra in Ucraina) e rivolta. La parola pace ormai è abusata, noi presentiamo una marcia della legalità e di difesa dei diritti umani. La pace va fatta il giorno prima che scoppia la guerra”.
Lotti ha anche portato in conferenza il gagliardetto della città di Gaza, “che non esiste più perché qualcuno si è permesso di distruggerla. Noi ora dobbiamo ricostruire una politica di pace e le istituzioni della pace, perché i diritti senza le istituzioni impegnate a difenderli non esistono”. Il presidente della Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace ha poi evidenziato l’impegno e il contributo dei piccoli comuni nel finanziare un evento simile, perché “questa è la politica che non ha mai smesso di esserci. Qualcuno dovrà pur pensare a come finanziare la pace, che non si può fare col volontariato come dice qualcuno, mentre la guerra si fa con i soldi pubblici. La Marcia, quest’anno, sarà aperta per la prima volta da uno striscione il cui slogan è Fraternità, perché se la guerra arriverà anche da noi, dovremo essere più uniti. Facciamolo prima, il giorno dopo sarà più difficile”.
Alla marcia hanno già aderito 252 tra Comuni, Province e Regioni, 10.000 studenti da 192 scuole, più di 500 associazioni nazionali e locali. Attesi anche tra i 300 e i 400 pullman. Sempre domenica si svolgerà la prima Marcia delle bambine e dei bambini per la pace, a cui parteciperanno circa 2 mila bambini.
A prendere la parola è stata poi la portavoce romana del Global movement to Gaza, Giorgina Levi: “I nostri obiettivi sono in linea con la Marcia della pace e per questo aderiamo - ha detto - E quindi: apertura di un canale umanitario permanente verso Gaza; che non venga più utilizzata la fame come strumento di guerra; la fine del genocidio; che venga dichiarata illegale l’occupazione della Palestina; l’embargo di armi e prodotti verso Israele. La nostra missione, quella della Global Sumud Flotilla, è sempre stata legale: quello che denunciamo è l’illegalità di chi in acque internazionali viene sequestrato e chi considera il diritto internazionale valido ‘fino a un certo punto’ (lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani in un’intervista a Porta a Porta, ndr)”.
Sabato saranno tenuti accesi i riflettori sul tema dei diritti “tolti ai migranti - ha spiegato Corrado Mandreoli di ResQ People Saving People - Il tema è prendere coscienza della situazione, poi andrà affrontata la questione di come rimettere in moto la partecipazione”.
Guido Barbera della Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace, ha quindi spiegato il senso dell’Assemblea dell’Onu dei Popoli: “Questa è la vera cooperazione, che ci riporta ad esaminare la realtà. I giovani protestano per chiedere pace, diritti, dignità. Senza queste cose noi siamo sotto la minaccia di una grande bomba atomica”.
Dopo l’intervento dei Giovani costruttori di pace, è stata la volta di Fabio Barcaioli, assessore con delega anche alla Pace, “una dimostrazione che la Regione vuole lavorare a questo percorso. L’Umbria sta vivendo un grande fermento fatto di manifestazioni spontanee”. Accanto a lui, il presidente della Provincia di Perugia, Massimiliano Presciutti: “I giovani ci hanno ricordato che stiamo vivendo in un mondo in cui in più di 50 scenari ci sono persone morte ammazzate ogni giorno. Faccio un appello da qui affinché questa sia la marcia di tutti coloro i quali vogliono che cessino le guerre. Auspico che, come avvenuto in passato, dall’Umbria, da Perugia e da Assisi, terra di pace, ci sia voglia di tornare ad ascoltarci, perché l’arma più potente è il dialogo e chi uccide ha paura del confronto”.
Domenica ci sarà anche il sindaco di Betlemme che marcerà a fianco di Valter Stoppini, primo cittadino di Assisi. “Venerdì accenderemo un fuoco, il fuoco della pace, nella piazza principale della città: sarà alimentato giorno e notte e vigileremo affinché non si spenga”.
Fabiana Cruciani, coordinatrice della Rete nazionale delle scuole di pace, ha evidenziato il valore delle scuole: sono oltre 190 quelle che parteciperanno, e per i bambini “sarà un giorno di lezione vero e proprio”.
Beppe Giulietti, fondatore di Articolo 21, ha poi sottolineato come il problema principale di queste ore è “la distruzione del pensiero critico, perché si odiano le domande, le inchieste, a prescindere da chi le fa. Il genocidio è preceduto dal giornalisticidio. Noi presenteremo l’esposto con l’Ordine dei giornalisti perché bisogna segnalare che c’è una violazione degli articoli della Costituzione, dall’11 al 21, e fonderemo un gruppo che faccia attività di contrasto alle fake news sui conflitti”.
In conferenza sono intervenuti Tom Fletcher, sottosegretario generale per gli Affari umanitari e coordinatore dei soccorsi di emergenza delle Nazioni Unite (intervenuto con un video), Chiara Bannella di Banca Etica, Alessandro Saggioro della Rete delle università italiane per la pace (RUniPace), Stefano Patuanelli del Movimento 5 stelle (“Quello che accade, accade anche per la complicità del governo italiano”), Marta Bonafoni del Pd (“Da maggio si è alzata un’onda e nessuno ci avrebbe scommesso”), Nicola Fratoianni di Avs (“Ogni momento di mobilitazione popolare può aiutare a costruire uno spiraglio di pace e a contrastare la tendenza al riarmo e alla guerra), e padre Enzo Fortunato, presidente del Pontificio comitato per la Giornata mondiale dei bambini (“Dobbiamo capovolgere il paradigma e farci educare dai più piccoli”).
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy