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San Francesco d'Assisi, il 4 ottobre nuova festa nazionale: slitta l'ok della Camera. Quanto costerà allo Stato il nuovo festivo

Abolito nel 1977 tornerà nel 2026: nel pubblico primo festivo nel 2027

Nicola Uras

19 Settembre 2025, 05:30

San Francesco d'Assisi, il 4 ottobre nuova festa nazionale: slitta l'ok della Camera. Quanto costerà allo Stato il nuovo festivo

La discussione alla Camera per far tornare il 4 ottobre, San Francesco d’Assisi, festa nazionale, è slittata. Le opposizioni giovedì 18 settembre 2025 infatti hanno chiesto che il governo riferisse sulla situazione a Gaza e dopo il voto sul disegno di legge per la separazione delle carriere, che ha generato tensioni e bagarre in Aula, non si sono resi disponibili a riprendere i lavori in assenza di comunicazioni dell’esecutivo sulla crisi in Medioriente. A farne le spese è stato il provvedimento successivo all’ordine del giorno, l’istituzione della giornata festiva dedicata a San Francesco. La discussione è stata rinviata a martedì 23 settembre.

La proposta di San Francesco festa nazionale aggiungerà dunque un giorno festivo con scuole e uffici pubblici chiusi.
L’occasione è l’ottocentesimo anniversario della morte del santo di Assisi, che cadrà nel 2026. La proposta di legge porta la firma di Noi Moderati e Fratelli d’Italia.
La maggioranza è compatta e ha già annunciato il voto favorevole alla Camera e in Senato, l’approvazione della nuova legge - frutto di due testi presentati da Maurizio Lupi (Nm) e Lorenzo Malagola (FdI) - dunque appare certa e l’entrata in vigore è prevista per il 2026 (anche se nel pubblico il primo festivo scatterà nel 2027). Dopo l’approvazione in commissione Affari costituzionali del disegno di legge che istituisce il 4 ottobre come festa nazionale dedicata a San Francesco d’Assisi, martedì ci sarà il passaggio alla Camera e nelle prossime settimane quello al Senato.



Il rientro di San Francesco tra i big del calendario (lo è stato dal 1958 al 1977) non è, però, con effetti completi. La nuova legge prevede alcune eccezioni, “le celebrazioni restano possibili, ma non obbligatorie”, ha spiegato la relatrice Elisabetta Gardini (FdI) aggiungendo come “la commissione Bilancio abbia sottolineato con chiarezza che questo passaggio era imprescindibile: ha chiesto che le celebrazioni fossero esplicitamente indicate come facoltative e che non comportassero nuovi oneri a carico delle amministrazioni scolastiche o locali”.
Per finanziare la festa del patrono la relazione tecnica del governo ha quindi previsto un onere di 10.684.044 euro annui. Una cifra calcolata secondo il fabbisogno per indennità e straordinari. Nel dettaglio, si legge nella relazione, circa 8,8 milioni di euro per il comparto sanitario e 1,9 milioni di euro per forze armate, polizia, e vigili del fuoco.

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