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Proroga

Assisi, il vescovo Domenico Sorrentino verso un anno di rinnovo in diocesi

Incontro con Papa Leone XIV nel giorno della canonizzazione di Carlo Acutis

Flavia Pagliochini

10 Settembre 2025, 16:06

Il Vescovo Domenico Sorrentino

Nel 2006 Carlo Acutis nasceva in cielo e il vescovo Domenico Sorrentino arrivava ad Assisi; e nel giorno della canonizzazione, il vescovo in un incontro con il Papa Leone XIV sembrerebbe aver ottenuto una sorta di rinnovo informale almeno per un altro anno, per portare quantomeno a termine i vari ottocentenari francescani (nel 2026 cade quello della morte di San Francesco) ma anche per dare il via al primo anno del nuovo santo millennial.

Una comunicazione ufficiale ancora non c’è, ma a lasciare intendere questa proroga, dopo quella del 2022 decisa da Papa Francesco, è stato lo stesso presule assisano: “Questa mattina - le sue parole nel saluto iniziale alla messa di lunedì pomeriggio nella chiesa di Santa Maria Maggiore - ho avuto la gioia di parlare direttamente con il Santo Padre. Mi premeva tanto ringraziarlo: eravamo pronti con Papa Francesco, la Provvidenza ha voluto che fosse lui a gioire della nostra gioia mettendo insieme i due Santi giovani, Carlo e Pier Giorgio. E mi sembrava, guardandolo negli occhi, di vedere quell’immensa piazza di domenica, così stipata, così variopinta. Ma soprattutto vibrante: si sentiva la gioia del cielo, nei nostri volti, nei nostri occhi, nei nostri cuori. Mi è stato quasi spontaneo dirgli: ‘Santo Padre, mi sento un po’ come il vecchio Simeone quando si vide Gesù tra le braccia, dire ‘Nunc dimittis, la mia gioia è troppo grande, ho avuto troppe gioie in questi vent’anni’. Sono venuto nel 2006 quando Carlo nasceva per il cielo, io nascevo in qualche maniera per questa Diocesi quale pastore: adesso sono arrivato a compimento come Simeone. Mi dice, beh, continua ad andare avanti, vedremo l’anno venturo. Dico: Va bene, io - con la forza di Dio e anche adesso con la forza di questo ragazzino vivace - cercherò ancora di fare quello che posso”.

E se nel saluto iniziale il vescovo ha ricordato che “tra poco, sarà possibile, tra qualche mese, entrare da qui negli scavi che portano in profondità nei luoghi che hanno visto Francesco spogliarsi di tutto fino alla nudità, luoghi che lo hanno poi visto degente d’amore qui negli ultimi anni della sua vita”, durante l’omelia ha aggiunto: “al Santo Padre, che ho incontrato oggi, ho detto che non vedo l’ora di invitarlo a vedere questa grande opera che stiamo compiendo al Santuario, il disegno mirabile di un luogo che parte da così lontano e guarda così lontano, al terzo millennio della chiesa che è e deve essere il millennio di Gesù. E Carlo amplifica questo desiderio e con Francesco ambedue producono e irradiano gioia". 

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